Salve a tutti.
Ho una P.IVA e sono residente italiano (anche se per un buon 2/3 del mio tempo sono all'estero, anche fuori UE). Il mio fatturato è praticamente interamente estero, generalmente interno UE, ho un piccolo ufficio in un paesino del centro-nord che un paio di collaboratori usano come appoggio saltuariamente per lavorare (perchè possono utilizzare dei computer particolari messi a disposizione). Loro mi fatturano con le loro P.IVA, e questi costi li posso scaricare dai ricavi (mi trovo in regime semplificato, credo si chiami così ora, non forfettario per intenderci). A causa di un aumento di fatturato, voglio capire se posso in qualche modo utilizzare in modo legale e trasparente l'apertura di una società estera, in quanto il mio commercialista mi ha sconsigliato di passare ad SRL italiana e avrei pensato a una strutturazione in questo modo:
1) Mantengo la mia P.IVA. italiana, con la quale continuo a mantenere all'incirca lo stesso fatturato che ho ora e con la quale ci copro le spese del piccolo ufficio, dei collaboratori e ci vivo.
2) Apro una società estera, magari in UE (non saprei dove può convenire, immagino Slovenia potrebbe essere buona, ma mi informerò), dove fatturo alcune nuove consulenze. Non voglio percepire reddito da questa società, vorrei semplicemente utilizzarla per eventualmente aprire un nuovo ufficio (non in italia) e assumere nuovi collaboratori che mi aiutino a mantenere il nuovo livello di fatturato complessivo.
Pertanto i miei dubbi sono i seguenti:
a) Vado incontro a tasse e/o sanzioni italiane per la società estera se non voglio usufruire del reddito netto della società, che al momento in parte vorrei utilizzare per sviluppare la struttura e in parte tenerlo come liquidità sul conto societario (ripeto, senza utilizzarlo mai personalmente)?
b) In caso ne abbia bisogno, mi è possibile emettere fattura con la mia P.IVA nei confronti di questa società estera?
Avevo pensato questa struttura al fine di riuscire a evitare gli scaglioni di reddito tassati più in alto e al tempo stesso provare a sviluppare le attività, anche se all'estero, e non dover cambiare residenza.
Altra alternativa potrebbe essere di spostare la mia base di operazioni e residenza all'estero (dovendo in ogni caso viaggiare costantemente), magari prendendo in affitto un appartamento in loco, e per mantenere il piccolo ufficio in Italia aprire una SRL che, in questo caso, avrebbe ricevuto solo il fatturato necessario a coprire i costi di ufficio, collaboratori e qualche spesa.
Grazie anticipate per ogni spunto di riflessione o suggerimento.
Ho una P.IVA e sono residente italiano (anche se per un buon 2/3 del mio tempo sono all'estero, anche fuori UE). Il mio fatturato è praticamente interamente estero, generalmente interno UE, ho un piccolo ufficio in un paesino del centro-nord che un paio di collaboratori usano come appoggio saltuariamente per lavorare (perchè possono utilizzare dei computer particolari messi a disposizione). Loro mi fatturano con le loro P.IVA, e questi costi li posso scaricare dai ricavi (mi trovo in regime semplificato, credo si chiami così ora, non forfettario per intenderci). A causa di un aumento di fatturato, voglio capire se posso in qualche modo utilizzare in modo legale e trasparente l'apertura di una società estera, in quanto il mio commercialista mi ha sconsigliato di passare ad SRL italiana e avrei pensato a una strutturazione in questo modo:
1) Mantengo la mia P.IVA. italiana, con la quale continuo a mantenere all'incirca lo stesso fatturato che ho ora e con la quale ci copro le spese del piccolo ufficio, dei collaboratori e ci vivo.
2) Apro una società estera, magari in UE (non saprei dove può convenire, immagino Slovenia potrebbe essere buona, ma mi informerò), dove fatturo alcune nuove consulenze. Non voglio percepire reddito da questa società, vorrei semplicemente utilizzarla per eventualmente aprire un nuovo ufficio (non in italia) e assumere nuovi collaboratori che mi aiutino a mantenere il nuovo livello di fatturato complessivo.
Pertanto i miei dubbi sono i seguenti:
a) Vado incontro a tasse e/o sanzioni italiane per la società estera se non voglio usufruire del reddito netto della società, che al momento in parte vorrei utilizzare per sviluppare la struttura e in parte tenerlo come liquidità sul conto societario (ripeto, senza utilizzarlo mai personalmente)?
b) In caso ne abbia bisogno, mi è possibile emettere fattura con la mia P.IVA nei confronti di questa società estera?
Avevo pensato questa struttura al fine di riuscire a evitare gli scaglioni di reddito tassati più in alto e al tempo stesso provare a sviluppare le attività, anche se all'estero, e non dover cambiare residenza.
Altra alternativa potrebbe essere di spostare la mia base di operazioni e residenza all'estero (dovendo in ogni caso viaggiare costantemente), magari prendendo in affitto un appartamento in loco, e per mantenere il piccolo ufficio in Italia aprire una SRL che, in questo caso, avrebbe ricevuto solo il fatturato necessario a coprire i costi di ufficio, collaboratori e qualche spesa.
Grazie anticipate per ogni spunto di riflessione o suggerimento.
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