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Vendere abbigliamento online

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  • Vendere abbigliamento online

    sembrerebbe un discorso trito ma vi metto un po di pepe.

    Considerando che la vendita di abbigliamento firmato tarocco e combattuto senza limiti, e che cio nonostante si continua a vendere spregiudicatamente con miriadi di soluzioni, fra queste classiche prestanomi e vari paypal che alla fine non portano nel breve tempo ad una soluzione definitiva a causa di blocchi di paypal per esempio a causa dell eccessivo denaro che si movimenta.
    ho notato che le soluzioni spesso usate riguarda quei portali cinesi che ti spediscono direttamente senza fregarsene di dazi etcc... ma con tempi ancora lontani e inoltre dopo aver venduto NNN pezzi spariscono e ricambiano forma dopo 2 mesi.

    Mi chiedevo chi di voi e a conoscenza di soluzioni migliori e magari gia testate pur evitando di perdere il culo e magari qualche soldo.

    ovviamente si chiederà privacy per evitare di prendere 2 braccialetti di acciaio.
    so che afra è il re dell' argomento ma magari qualche altro contributo non guasterebbe,
    non scrivetemi perche no me ne frega niente.

  • #2
    Ciao Hero, ti posso dire quello che vedo nel settore. Si utilizzano società HK, Singapore o Malesia. Conti locali e PayPal.
    Ovviamente spedisci in dropshipping, ad importare direttamente non ci devi proprio pensare.
    Molti per evitare problemi evitano di citare i marchi famosi, limitandosi a pubblicare immagine del prodotto e descrizione ( es: borsa donna marrone con dettagli oro ), alla fine il cliente interessato fa riferimento all'immagine e capisce di cosa si tratta.

    Si tratta comunque di soluzioni molto pericolose per il deretano che conviene mettere in atto se si ha una buona strategia di vendita a breve termine. Non consiglierei di puntare su tale business con progetti a lungo termine.

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    • #3
      ciao afra, in effetti ho notato anche io questa cosa di mettere solo le foto ma sui classici portali aliexpress etcc.. pero vedo che dopo la vendita spariscono.
      Hk benche molto tollerata ha il danno di essere costosa, sia per la parte contabile, che pure l'apertura conto se devi andare sul posto. ( ma resta il fatto che sei trasparente perche se metti un nominee non apri il conto sopratutto sul posto)
      invece ho avuto il piacere di ammirare che in turchia si e creato un mondo parallelo della merce firmata , addirittura mercati alla luce del giorno tutto in vista, e so di gente che ci ha fatto anche treni di soldi. fra le altre cose hanno tecniche di spedire grandi forniture miste fra originali e non per evitare di farsi scoprire, ...ma spedire in grandi outlet europei. ( per la serie tutto quello che comprate firmato sembra.... ma molto probabilmente non lo sanno neanche i produttori. ( intendo dire riconoscere un prodotto se e suo o no)
      un altra cosa interessante per avere una soluzione economica e qui mi puoi illuminare perche sei esperto uk , ipotizza una Uk con 2 entita ( del tipo quella tua per intenderci) quindi non trasparente . ma hai almeno un po di compliance per aprire qualche emi.
      resta il fatto che non ho capito se per il Proof of trading address sia sufficiente il RA oppure devi avere un sede con bolletta.
      certo che una soluzione cosi potrebbe essere tollerata anche da shopify per dirne una...
      non scrivetemi perche no me ne frega niente.

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      • #4
        Sì ne ho sentito parlare bene della Turchia però ( come altrove eh ) questo genere di attività richiede una presenza fidata sul posto a gestire fisicamente il tutto onde evitare casini.
        La UK tipo la mia fatica parecchio oggi anche con gli EMI. Grossomodo puoi vederla così: per aprire il conto ad una UK "opaca" ti serve una banca/EMI che non ti fa problemi ad aprire neanche ai soli membri opachi. Per essere più chiari : se dietro hai 2 Nevis, ti serve un provider che apra senza problemi alle Nevis stesse perché per le due diligence si va a ritroso.
        Proof of trading : l'indirizzo RA generalmente non basta, io in diversi casi ho optato per contratto annuale in uffici co-working. Resta però il fatto che, sempre per la questione dell'andare a ritroso, banca/EMI chiederanno comunque due diligence completa del direttore-titolare-UBO.

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        • #5
          si ho visto che nevis e diventata impegnativa, hanno anche messo la tassazione al 33% per le nuove. se cosi fosse mi dovrebbero permettere l'apertura del conto anche ai lidi di Ostia fiale unicredit con direttore grasso e cassiere in prepensionamento.
          Il continuo movimento del mondo OS fa venire il mal di testa. anche belize sembra ora cadere del baratro di avere un direttore su posto con ufficio etcc nonostante in Europa non apri. per non parlare delle seycelles .
          Per la uk opaca il coworking dove lo prendi fuori uk o dentro? perche la musica cambia un po ai fini della tassazione in uk, salvo che non invii i doc al RA e aspetti la liquidazione e saluti tutti.
          per il conto emi l'unica Tw ch tollera diciamo gli alieni. sopratutto se UBO e fuori EU cosa che è perfetta per un opaca.
          non scrivetemi perche no me ne frega niente.

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          • #6
            Coworking in Irlanda e ti confermo che tutto il mondo off sta diventando impegnativo. Le giurisdizioni presentabili stanno un pò risistemando la legislazione offshore, mentre chi non lo fa oramai non ha più valore. Ma non temere, qualche scappatoia la lasceranno di sicuro ( come ha fatto SVG ).

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