Le Fiamme gialle danno il via alle richieste a tappeto di nomi e codici fiscali dei contribuenti per conto dei quali gli operatori finanziari e i professionisti hanno concluso operazioni con l’estero. Per chi non risponde sanzioni da 200 fino a 21 mila euro
L'operazione della Gdf si concretizzerà, dunque, in un invio anche massivo di questionari e richieste di informazioni a una lunga lista di operatori finanziari e non: intermediari, banche, società di investimento, società di criptovalute, istituti di moneta elettronica, fiduciarie, società che erogano finanziamenti, società del gioco on line e, non ultimi, commercialisti, avvocati e notai.
Sotto la lente della Gdf le operazioni intercorse con l'estero anche per masse di contribuenti e con un riferimento a uno specifico periodo temporale; nonché le identità dei titolari effettivi sempre con riferimento a specifiche operazioni con l'estero o a rapporti ad esse collegate.
Più in particolare, le operazioni che la Guardia di finanza vuole intercettare sono quelle sopra la soglia dei 15 mila euro (oltre la quale scatta il monitoraggio fiscale e cioè l'evidenza nel quadro Rw dei proventi esteri, da qui anche il nome della procedura, «monitoraggio fiscale»), indipendentemente dal fatto che si tratti di una operazione unica o frazionata anche se collegata. Per quanto riguarda gli autori delle operazioni, le richieste riguarderanno non solo le persone fisiche o enti a esse equiparati (per cui esiste già un'indicazione normativa di comunicazione) ma «anche le operazioni con l'estero eseguite per conto o a favore di società di capitali, enti commerciali e società di persone commerciali, a prescindere dal fatto che siano o meno residenti».
Più in particolare, le operazioni che la Guardia di finanza vuole intercettare sono quelle sopra la soglia dei 15 mila euro (oltre la quale scatta il monitoraggio fiscale e cioè l'evidenza nel quadro Rw dei proventi esteri, da qui anche il nome della procedura, «monitoraggio fiscale»), indipendentemente dal fatto che si tratti di una operazione unica o frazionata anche se collegata. Per quanto riguarda gli autori delle operazioni, le richieste riguarderanno non solo le persone fisiche o enti a esse equiparati (per cui esiste già un'indicazione normativa di comunicazione) ma «anche le operazioni con l'estero eseguite per conto o a favore di società di capitali, enti commerciali e società di persone commerciali, a prescindere dal fatto che siano o meno residenti».
I questionari arriveranno in via telematica agli interessati, email o Pec.
In questo modo la Gdf punta a realizzare un bacino di dati sull'estero da cui poter attingere e successivamente realizzare indagini di natura tributaria.
I termini di risposta, come detto, potranno variare dai 15 ai 30 giorni, a seconda dell'entità delle richieste e decorrono dalla data di ricevimento del questionario. Non rispondere costerà caro, previste sanzioni dai 2000 ai 21 mila euro se si tratta di società mentre per le persone fisiche le sanzioni per la reticenza andranno dai 250 euro ai 2000.
Praticamente l'applicazione della famosa DAC6?
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