Buongiorno e complimenti per il lavoro di informazione che svolgete.
Vi seguo da tempo anche se alcuni argomenti affrontati non possono purtroppo fare al caso mio.
Ho 70 anni e una vita di lavoro alle spalle. Ho iniziato a lavorare da adolescente e per una serie di motivi che non sto a spiegare mi trovo adesso a vivere solo con l’assegno sociale di 438 euro mensili.
Leggo di persone che guadagnano cifre stratosferiche, interessate solo a pagare meno tasse e per questo motivo disposte a trasferirsi all’estero. Confesso che se fossi in grado di guadagnare quelle cifre o anche cifre inferiori ma sufficienti a vivere dignitosamente, anche considerando l’età, non avrei grossi problemi e mi godrei gli ultimi anni che mi restano senza cercare altri, forse improbabili, paradisi.
Se solo sapessi quale attività intraprendere sarei disposto anche a rimettermi in gioco: leggo spesso di acquisti in Cina e vendite in Europa, di dropshipping, di redditi passivi, di consulenze web e via dicendo. E’ davvero così facile guadagnare? Eppure so di persone che hanno aperto un negozio virtuale su Amazon e che sono state costrette a chiudere dopo poco tempo perché la concorrenza ha ridotto all’osso i profitti.
Di venditori ce ne sono troppi. Non sono un programmatore e non posso propormi come consulente o venditore di servizi web. Devo necessariamente escludere anche l’attività di camgirl, visto non sono un’avvenente ragazza. Tutt’altro.
Che, sia chiaro, non è una critica verso coloro i quali ce l’hanno fatta o cercando di migliorare la propria situazione. Anzi, ammiro chi è stato e chi è in grado di inventarsi un lavoro e guadagna bene. Lo invidio e lo ammiro al tempo stesso.
Qualcuno se la sente di suggerirmi qualche scappatoia per portare a casa una cifra anche di poco superiore ai 438 euro con cui questo stato mi mantiene?
Per favore risparmiatemi reprimende tipo: se tu avessi versato i contributi e via dicendo. Se qualcuno, non io, non li ha versati e se io non ho potuto obbligare quel qualcuno a farlo ci sarà un motivo. Riflettete invece su quanti soldi ho pagato in tasse e tributi vari da quando sono nato. Quando mio padre è deceduto ho pagato uno sproposito di successione nonostante la casa non fosse mia bensì della banca (era stato appena acceso un mutuo), pago l’Imi e prima pagavo l’Ici e prima ancoral’Isi, quando ho acquistato un qualsiasi bene immobile ho pagato tasse e poi oneri, pago il minino anche se non consume luce e acqua, pago l’iva su ciò che mangio, quando sono costretto a prendere l’auto pago le accise e anche se ora la tengo ferma per risparmiare pago il bollo. Pago l’abbonamento alla tv che non guardo mai, eccetera.
Vengo al dunque, scusate lo sfogo. Ribadisco che la mia non vuole essere assolutamente una critica. Anzi, ammiro chi è stato e chi è in grado di inventarsi un lavoro e guadagna bene. Lo invidio e lo ammiro al tempo stesso. Sto solo cercando di raccontare la mia storia, anche e soprattutto, al fine di mettere qualcuno in guardia su come funzionano le cose in questo paese. Finisco subito.
Da 10 anni sono in causa con un vicino. Ho ragione al 100% ma ho dilapidato tutti i miei risparmi per dimostrarlo (penso che il mio avvocato e i tecnici che mi hanno supportato si siano acquistati, il primo un appartamento, e i secondi almeno un’auto di lusso emettendo fatture e notule).
Una sentenza che ritengo assurda ha però salvato il mio avversario con la formula del cosidetto favor debitoris. In Italia possono dirti che hai ragione ma anche, contemporaneamente, dirti chi se ne frega se hai ragione. In pratica il mio avversario verrebbe troppo penalizzato dalle mie richieste e dunque si preferisce annullarle imponendo peraltro il pagamento di tutte le spese a carico del sottoscritto (il mio avversario ha un tenore di vita invidiabile ma risulta nullatenente).
Non stupitevi: è una situazione che si perpetua continuamente in Italia. Pensate solo a chi si vede occupata la casa e a chi, per anni, non riscuote l’affitto ma è costretto a mantenere ugualmente la fornitura di gas, acqua e corrente elettrica al suo inquilino.
Sono praticamente sul lastrico, costretto ad ascoltare quotidianamente le risa di scherno di chi mi ha depredato di tutto e fa la bella vita alle mie spalle. Vorrei andarmene davvero. A fare cosa non lo so.
A parte il lavoro manuale, l’unica cosa che in passato mi è riuscito fare (spero di riuscirci ancora) è il trading. Sogno di andarmene ai Caraibi e, rinunciando giocoforza all’assegno sociale, fare trading per mantenermi (lo Stato italiano in pratica ti costringe a fare il mendicante in Italia. Mentre paga redditi di cittadinanza, o cos’altro non mi interessa, a chiunque metta piede sull’italico terreno, non riconosce i documenti che mi permetterebbero di mettermi in pari. Cioè di pagare i contributi evasi dal mio datore di lavoro e gli interessi per riscuotere una pensione, seppure minima. Si preoccupa invece che io non possa sopravvivere altrove, dove la vita costa meno).
Perché vorrei fare trading all’estero? Oltre al fatto che dovrei farlo dove il costo della vita è inferiore, per il fatto che all’estero non sarei costretto a pagare il 26% di tasse sui profitti. Chiedo conferma, è proprio così?
Sarei obbligato (e disposto) a vendere un pezzetto di terra che anni fa avevo acquistato per fare il Cincinnato una volta raggiunta l’età giusta. L’ho raggiunta quell’età ma non ho più voglia di mettermi a coltivare la terra. Tuttavia, ho anche qualche acciacco e temo in futuro di avere bisogno di assistenza medica che, se ho ben capito, mi verrebbe negata qualora mi trasferissi e mi iscrivessi all’Aire. Le cose stanno davvero così?
Se mi iscrivessi e avessi bisogno di cure mediche potrei disiscrivermi senza problemi e in tempi brevi?
Sarebbe possibile iscrivermi all’Aire mantenendo la mia casetta in Italia?
C’è una qualche soluzione che mi consenta di restare in Italia e mantenere l’assegno sociale. Per esempio costituendo una società all’estero per fare trading (con una Vpn seria si possono inviare ordini da ogni dove).
Qualcuno mi ha suggerito forme al limite della legalità per poter dimostrare che sono in Italia mentre invece sono all’estero. Vorrei evitare. Però la mia ricerca è una sorta di legittima difesa: non riesco ad andare avanti con l’elemosina che gentilmente lo Stato mi elargisce (pago peraltro altre tasse, sono costretto ad avere Internet perché ormai comunicare con le istituzioni è possibile solo con la mail certificata, lo spid e via dicendo) nel mentre questo stesso Stato tutela e premia chi, ufficialmente in quanto testimoniato dallo stesso giudice, si è macchiato di reati gravi.
Una raccomandazione: chi può scappi da questo paese.
Grazie per i consigli che vorrete passarmi e scusatemi.
Vi seguo da tempo anche se alcuni argomenti affrontati non possono purtroppo fare al caso mio.
Ho 70 anni e una vita di lavoro alle spalle. Ho iniziato a lavorare da adolescente e per una serie di motivi che non sto a spiegare mi trovo adesso a vivere solo con l’assegno sociale di 438 euro mensili.
Leggo di persone che guadagnano cifre stratosferiche, interessate solo a pagare meno tasse e per questo motivo disposte a trasferirsi all’estero. Confesso che se fossi in grado di guadagnare quelle cifre o anche cifre inferiori ma sufficienti a vivere dignitosamente, anche considerando l’età, non avrei grossi problemi e mi godrei gli ultimi anni che mi restano senza cercare altri, forse improbabili, paradisi.
Se solo sapessi quale attività intraprendere sarei disposto anche a rimettermi in gioco: leggo spesso di acquisti in Cina e vendite in Europa, di dropshipping, di redditi passivi, di consulenze web e via dicendo. E’ davvero così facile guadagnare? Eppure so di persone che hanno aperto un negozio virtuale su Amazon e che sono state costrette a chiudere dopo poco tempo perché la concorrenza ha ridotto all’osso i profitti.
Di venditori ce ne sono troppi. Non sono un programmatore e non posso propormi come consulente o venditore di servizi web. Devo necessariamente escludere anche l’attività di camgirl, visto non sono un’avvenente ragazza. Tutt’altro.
Che, sia chiaro, non è una critica verso coloro i quali ce l’hanno fatta o cercando di migliorare la propria situazione. Anzi, ammiro chi è stato e chi è in grado di inventarsi un lavoro e guadagna bene. Lo invidio e lo ammiro al tempo stesso.
Qualcuno se la sente di suggerirmi qualche scappatoia per portare a casa una cifra anche di poco superiore ai 438 euro con cui questo stato mi mantiene?
Per favore risparmiatemi reprimende tipo: se tu avessi versato i contributi e via dicendo. Se qualcuno, non io, non li ha versati e se io non ho potuto obbligare quel qualcuno a farlo ci sarà un motivo. Riflettete invece su quanti soldi ho pagato in tasse e tributi vari da quando sono nato. Quando mio padre è deceduto ho pagato uno sproposito di successione nonostante la casa non fosse mia bensì della banca (era stato appena acceso un mutuo), pago l’Imi e prima pagavo l’Ici e prima ancoral’Isi, quando ho acquistato un qualsiasi bene immobile ho pagato tasse e poi oneri, pago il minino anche se non consume luce e acqua, pago l’iva su ciò che mangio, quando sono costretto a prendere l’auto pago le accise e anche se ora la tengo ferma per risparmiare pago il bollo. Pago l’abbonamento alla tv che non guardo mai, eccetera.
Vengo al dunque, scusate lo sfogo. Ribadisco che la mia non vuole essere assolutamente una critica. Anzi, ammiro chi è stato e chi è in grado di inventarsi un lavoro e guadagna bene. Lo invidio e lo ammiro al tempo stesso. Sto solo cercando di raccontare la mia storia, anche e soprattutto, al fine di mettere qualcuno in guardia su come funzionano le cose in questo paese. Finisco subito.
Da 10 anni sono in causa con un vicino. Ho ragione al 100% ma ho dilapidato tutti i miei risparmi per dimostrarlo (penso che il mio avvocato e i tecnici che mi hanno supportato si siano acquistati, il primo un appartamento, e i secondi almeno un’auto di lusso emettendo fatture e notule).
Una sentenza che ritengo assurda ha però salvato il mio avversario con la formula del cosidetto favor debitoris. In Italia possono dirti che hai ragione ma anche, contemporaneamente, dirti chi se ne frega se hai ragione. In pratica il mio avversario verrebbe troppo penalizzato dalle mie richieste e dunque si preferisce annullarle imponendo peraltro il pagamento di tutte le spese a carico del sottoscritto (il mio avversario ha un tenore di vita invidiabile ma risulta nullatenente).
Non stupitevi: è una situazione che si perpetua continuamente in Italia. Pensate solo a chi si vede occupata la casa e a chi, per anni, non riscuote l’affitto ma è costretto a mantenere ugualmente la fornitura di gas, acqua e corrente elettrica al suo inquilino.
Sono praticamente sul lastrico, costretto ad ascoltare quotidianamente le risa di scherno di chi mi ha depredato di tutto e fa la bella vita alle mie spalle. Vorrei andarmene davvero. A fare cosa non lo so.
A parte il lavoro manuale, l’unica cosa che in passato mi è riuscito fare (spero di riuscirci ancora) è il trading. Sogno di andarmene ai Caraibi e, rinunciando giocoforza all’assegno sociale, fare trading per mantenermi (lo Stato italiano in pratica ti costringe a fare il mendicante in Italia. Mentre paga redditi di cittadinanza, o cos’altro non mi interessa, a chiunque metta piede sull’italico terreno, non riconosce i documenti che mi permetterebbero di mettermi in pari. Cioè di pagare i contributi evasi dal mio datore di lavoro e gli interessi per riscuotere una pensione, seppure minima. Si preoccupa invece che io non possa sopravvivere altrove, dove la vita costa meno).
Perché vorrei fare trading all’estero? Oltre al fatto che dovrei farlo dove il costo della vita è inferiore, per il fatto che all’estero non sarei costretto a pagare il 26% di tasse sui profitti. Chiedo conferma, è proprio così?
Sarei obbligato (e disposto) a vendere un pezzetto di terra che anni fa avevo acquistato per fare il Cincinnato una volta raggiunta l’età giusta. L’ho raggiunta quell’età ma non ho più voglia di mettermi a coltivare la terra. Tuttavia, ho anche qualche acciacco e temo in futuro di avere bisogno di assistenza medica che, se ho ben capito, mi verrebbe negata qualora mi trasferissi e mi iscrivessi all’Aire. Le cose stanno davvero così?
Se mi iscrivessi e avessi bisogno di cure mediche potrei disiscrivermi senza problemi e in tempi brevi?
Sarebbe possibile iscrivermi all’Aire mantenendo la mia casetta in Italia?
C’è una qualche soluzione che mi consenta di restare in Italia e mantenere l’assegno sociale. Per esempio costituendo una società all’estero per fare trading (con una Vpn seria si possono inviare ordini da ogni dove).
Qualcuno mi ha suggerito forme al limite della legalità per poter dimostrare che sono in Italia mentre invece sono all’estero. Vorrei evitare. Però la mia ricerca è una sorta di legittima difesa: non riesco ad andare avanti con l’elemosina che gentilmente lo Stato mi elargisce (pago peraltro altre tasse, sono costretto ad avere Internet perché ormai comunicare con le istituzioni è possibile solo con la mail certificata, lo spid e via dicendo) nel mentre questo stesso Stato tutela e premia chi, ufficialmente in quanto testimoniato dallo stesso giudice, si è macchiato di reati gravi.
Una raccomandazione: chi può scappi da questo paese.
Grazie per i consigli che vorrete passarmi e scusatemi.
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