Salve a tutti!
(Post lungo: chi vuol saltare i dettagli e andare al sodo puo’ leggere solo le parti in grassetto)
Sono nuovo del forum e ho appena finito di leggermi TUTTI i posts sull’utilizzo di LTD, LLC, panamensi e off-shore varie.
Innanzitutto un doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno condiviso utili informazioni (FabioG, Amedeo, Oliveira, e altri) titolari di posts per me illuminanti: ho trovato spiegazioni piu’ dettaglate nei vostri messsaggi che su decine di altri siti “specialistici” e in colloqui faccia a faccia.
Vi espongo la mia situazione sperando che qualcuno abbia qualche utile consiglio da darmi.
Sto per avviare un’attivita’ di consulenza di progettazione hardware rivolta a ditte clienti ubicate negli Stati Uniti e svolta per lo piu’ dal mio luogo di residenza in Italia.
Il fatturato annuo e’ stimato sui 130.000 EUR.
Lavorerei in collegamento remoto con i server del cliente negli USA (server su cui rimarrebbero quasi tutti i dati) utilizzando software del cliente e strumenti (PC locale o terminale) sempre forniti dal cliente.
Se faccio tutto in Italia lascio sul terreno piu’ di 70.000 EUR (55%, stima del commercialista) tra IRPEF, IRAP, contributi e costi amministrativi vari sia che apra una srl sia che lavori come libero professionista.
Siccome ho finora lavorato come dipendente venendo ogni giorno munto senza via di scampo come una vacca imprigionata nella mungitoia (se mi permettete la metafora), adesso che passo a lavorare in proprio, credo sia mio dovere morale cercare, se esiste, un mezzo legale per alleviare (non azzerare, ma alleviare) il carico fiscale.
Vorrei pero’ evitare di finire in mano a “peracottai” o “spennapolli” (per citare termini gia’ usati nel forum) che, nel vendermi una soluzione preconfezionata e approssimativa mi facessero finire nei guai.
Se il mio fatturato non giustifica di costruire una soluzione decente, allora invece di farmi spennare mi metto l’anima in pace e continuo a farmi mungere.
Le proposte che ho finora ricevuto (faccia a faccia, non via internet) da specialisti del settore (ma che non mi hanno soddisfatto pienamente) sono 2:
Proposta 1)
Venire assunto da una societa’ anonima Svizzera e lavorare in essa come frontaliero con visto G a quanto pare fattibile (a voi immaginare chi ci sarebbe dietro l’anonimato della societa’...).
Sebbene non risieda presso il confine ma a 100Km di distanza, a quanto pare questo non sarebbe un problema con la nuova definizione di frontaliero.
Mi pagherei tutto il fatturato come stipendio e pagherei le tasse svizzere.
In questo modo la tassazione scenderebbe a circa il 40% (20% tasse + 15% contributi + circa 6000 EUR di costi per mantenere la struttura in Svizzera).
Ora, se fossi sicuro che tutto cio’ e’ legale e non rischio nulla, allora ci potrei anche stare, ma non sono molto convinto.
E’ una situazione che desta sospetti? Cosa succede se gli omini verdi decidono di controllare? Si bevono il fatto che faccio il frontaliero anche se in realta’, caso vuole, proprio quel giorno lavoro da casa oppure questi si incazzano ancora di piu’ perche’ si sentono presi per il culo e mi fanno la festa?
Devo dire che, a parte le assicurazioni di rito a voce, non ho ricevuto quelle grandi certezze.
Temo che in questo caso il gioco non valga la candela visto che il risparmio non sarebbe comunque cosi’ eccezionale.
Proposta 2:
Apertura della cara vecchia LTD in UK per emettere fatture sui clienti USA.
Io sarei assunto dalla LTD in Italia e ne sarei l’amministratore; riceverei una parte del fatturato come salario su cui pagherei regolarmente le tasse in Italia.
L’altra parte rimarrebbe in UK come utile, tassato al 20% e poi, magari, fatto rientrare in Italia grazie ad accordi contro la doppia tassazione.
Pur essendo io l’amministratore, in caso di controllo si dimostrerebbe che il core-business e’ in UK (ma come? Non ho purtroppo avuto i dettagli che speravo in proposito) e questo metterebbe al riparo dal reato di esterovestizione (solita assicurazione a voce).
Purtroppo non mi e’ ben chiaro quanto potrei risparmiare con questa struttura: avrei voluto avere un’ipotesi precisa partendo dal fatturato, ma non l’ho avuta (pero’ ho avuto i moduli per l’apertura dell’LTD che costerebbe circa 3000 EUR pacchetto completo).
In ogni caso, se arrivano i giubilanti omini verdi, ho il sospetto che potrebbero farmi la festa con rapidita’ ancora maggiore che nel caso precedente.
Sottoproposta 2a:
La LTD inglese sarebbe controllata da una LLC del Delaware (a sua volta controllata da prestanome) con conto in Svizzera che potrebbe fatturare un po’ di costi alla LTD riducendone l’utile tassato in Inghilterra.
Anche supponendo che quanto finisce in Svizzera venga li’ lasciato per sempre, questa soluzione permetterebbe qualche risparmio in piu’ ma non maggiore sicurezza.
Morale della favola, queste proposte mi hanno lasciato un senso di soluzioni approssimative, con un rischio non ben identificato e un non chiaro vantaggio.
Qualcuno ha commenti?
Io, da profano, ho una vaga idea in testa che sottopongo al vostro giudizio:
Apertura di una LTD in UK con amministrazione fiduciaria.
Magari assegnare la proprieta’ della LTD ad un trust (idee molto nebulose in proposito) per non incorrere nel reato di omessa dichiarazione.
Al fine di evitare che la residenza fiscale della LTD venga attirata in Italia, la LTD sola terrebbe i rapporti decisionali con i clienti USA e io, come libero professionista, farei il consulente per la LTD stabilendo per bene nel contratto che i miei servizi si limitano alla progettazione (ben lontano da ogni potere decisionale).
In pratica la LTD venderebbe il mio lavoro.
Credo si potrebbe “automatizzare” il lavoro dell’amministratore abbastanza facilmente (ci sarebbero da stipulare 2 o 3 contratti all’anno).
Si puo’ dire che sede legale e amministrazione sarebbero fuori dall’Italia?
Quanto all’oggetto principale dell’attivita’ si tratta di una vendita di servizi tra UK e USA. D’accordo che io sarei l’unico consulente della LTD ma chi puo’ dirlo? Possono gli omini verdi controllare o spetta forse a me dimostrare il contrario?
Si potrebbe forse far passare la LTD come intermediario che vende consulenze subappaltandole poi al di fuori (guarda caso proprio a me)?
Supponendo che si possa far stare in piedi questa struttura, ne varrebbe la pena o secondo voi quello che risparmio in tasse lo lascio giu’ da altre parti?
Si potrebbe magari , in qualche modo a me sconosciuto, ridurre l’utile tassato in UK utilizzando una holding in un “vero” paradiso?
Oppure considerando direttamente un’altra giurisdizione invece dell’UK?
Grazie in anticipo a chiunque voglia rispondermi o abbia dei consigli!!
(Post lungo: chi vuol saltare i dettagli e andare al sodo puo’ leggere solo le parti in grassetto)
Sono nuovo del forum e ho appena finito di leggermi TUTTI i posts sull’utilizzo di LTD, LLC, panamensi e off-shore varie.
Innanzitutto un doveroso ringraziamento a tutti coloro che hanno condiviso utili informazioni (FabioG, Amedeo, Oliveira, e altri) titolari di posts per me illuminanti: ho trovato spiegazioni piu’ dettaglate nei vostri messsaggi che su decine di altri siti “specialistici” e in colloqui faccia a faccia.
Vi espongo la mia situazione sperando che qualcuno abbia qualche utile consiglio da darmi.
Sto per avviare un’attivita’ di consulenza di progettazione hardware rivolta a ditte clienti ubicate negli Stati Uniti e svolta per lo piu’ dal mio luogo di residenza in Italia.
Il fatturato annuo e’ stimato sui 130.000 EUR.
Lavorerei in collegamento remoto con i server del cliente negli USA (server su cui rimarrebbero quasi tutti i dati) utilizzando software del cliente e strumenti (PC locale o terminale) sempre forniti dal cliente.
Se faccio tutto in Italia lascio sul terreno piu’ di 70.000 EUR (55%, stima del commercialista) tra IRPEF, IRAP, contributi e costi amministrativi vari sia che apra una srl sia che lavori come libero professionista.
Siccome ho finora lavorato come dipendente venendo ogni giorno munto senza via di scampo come una vacca imprigionata nella mungitoia (se mi permettete la metafora), adesso che passo a lavorare in proprio, credo sia mio dovere morale cercare, se esiste, un mezzo legale per alleviare (non azzerare, ma alleviare) il carico fiscale.
Vorrei pero’ evitare di finire in mano a “peracottai” o “spennapolli” (per citare termini gia’ usati nel forum) che, nel vendermi una soluzione preconfezionata e approssimativa mi facessero finire nei guai.
Se il mio fatturato non giustifica di costruire una soluzione decente, allora invece di farmi spennare mi metto l’anima in pace e continuo a farmi mungere.
Le proposte che ho finora ricevuto (faccia a faccia, non via internet) da specialisti del settore (ma che non mi hanno soddisfatto pienamente) sono 2:
Proposta 1)
Venire assunto da una societa’ anonima Svizzera e lavorare in essa come frontaliero con visto G a quanto pare fattibile (a voi immaginare chi ci sarebbe dietro l’anonimato della societa’...).
Sebbene non risieda presso il confine ma a 100Km di distanza, a quanto pare questo non sarebbe un problema con la nuova definizione di frontaliero.
Mi pagherei tutto il fatturato come stipendio e pagherei le tasse svizzere.
In questo modo la tassazione scenderebbe a circa il 40% (20% tasse + 15% contributi + circa 6000 EUR di costi per mantenere la struttura in Svizzera).
Ora, se fossi sicuro che tutto cio’ e’ legale e non rischio nulla, allora ci potrei anche stare, ma non sono molto convinto.
E’ una situazione che desta sospetti? Cosa succede se gli omini verdi decidono di controllare? Si bevono il fatto che faccio il frontaliero anche se in realta’, caso vuole, proprio quel giorno lavoro da casa oppure questi si incazzano ancora di piu’ perche’ si sentono presi per il culo e mi fanno la festa?
Devo dire che, a parte le assicurazioni di rito a voce, non ho ricevuto quelle grandi certezze.
Temo che in questo caso il gioco non valga la candela visto che il risparmio non sarebbe comunque cosi’ eccezionale.
Proposta 2:
Apertura della cara vecchia LTD in UK per emettere fatture sui clienti USA.
Io sarei assunto dalla LTD in Italia e ne sarei l’amministratore; riceverei una parte del fatturato come salario su cui pagherei regolarmente le tasse in Italia.
L’altra parte rimarrebbe in UK come utile, tassato al 20% e poi, magari, fatto rientrare in Italia grazie ad accordi contro la doppia tassazione.
Pur essendo io l’amministratore, in caso di controllo si dimostrerebbe che il core-business e’ in UK (ma come? Non ho purtroppo avuto i dettagli che speravo in proposito) e questo metterebbe al riparo dal reato di esterovestizione (solita assicurazione a voce).
Purtroppo non mi e’ ben chiaro quanto potrei risparmiare con questa struttura: avrei voluto avere un’ipotesi precisa partendo dal fatturato, ma non l’ho avuta (pero’ ho avuto i moduli per l’apertura dell’LTD che costerebbe circa 3000 EUR pacchetto completo).
In ogni caso, se arrivano i giubilanti omini verdi, ho il sospetto che potrebbero farmi la festa con rapidita’ ancora maggiore che nel caso precedente.
Sottoproposta 2a:
La LTD inglese sarebbe controllata da una LLC del Delaware (a sua volta controllata da prestanome) con conto in Svizzera che potrebbe fatturare un po’ di costi alla LTD riducendone l’utile tassato in Inghilterra.
Anche supponendo che quanto finisce in Svizzera venga li’ lasciato per sempre, questa soluzione permetterebbe qualche risparmio in piu’ ma non maggiore sicurezza.
Morale della favola, queste proposte mi hanno lasciato un senso di soluzioni approssimative, con un rischio non ben identificato e un non chiaro vantaggio.
Qualcuno ha commenti?
Io, da profano, ho una vaga idea in testa che sottopongo al vostro giudizio:
Apertura di una LTD in UK con amministrazione fiduciaria.
Magari assegnare la proprieta’ della LTD ad un trust (idee molto nebulose in proposito) per non incorrere nel reato di omessa dichiarazione.
Al fine di evitare che la residenza fiscale della LTD venga attirata in Italia, la LTD sola terrebbe i rapporti decisionali con i clienti USA e io, come libero professionista, farei il consulente per la LTD stabilendo per bene nel contratto che i miei servizi si limitano alla progettazione (ben lontano da ogni potere decisionale).
In pratica la LTD venderebbe il mio lavoro.
Credo si potrebbe “automatizzare” il lavoro dell’amministratore abbastanza facilmente (ci sarebbero da stipulare 2 o 3 contratti all’anno).
Si puo’ dire che sede legale e amministrazione sarebbero fuori dall’Italia?
Quanto all’oggetto principale dell’attivita’ si tratta di una vendita di servizi tra UK e USA. D’accordo che io sarei l’unico consulente della LTD ma chi puo’ dirlo? Possono gli omini verdi controllare o spetta forse a me dimostrare il contrario?
Si potrebbe forse far passare la LTD come intermediario che vende consulenze subappaltandole poi al di fuori (guarda caso proprio a me)?
Supponendo che si possa far stare in piedi questa struttura, ne varrebbe la pena o secondo voi quello che risparmio in tasse lo lascio giu’ da altre parti?
Si potrebbe magari , in qualche modo a me sconosciuto, ridurre l’utile tassato in UK utilizzando una holding in un “vero” paradiso?
Oppure considerando direttamente un’altra giurisdizione invece dell’UK?
Grazie in anticipo a chiunque voglia rispondermi o abbia dei consigli!!
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