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società in black list con detiene quota di srl italiana

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  • società in black list con detiene quota di srl italiana

    buonasera, cercherò di essere il più sintetico possibile per spiegare la mia situazione e chiedervi quale possa essere la soluzione migliore.

    sono cittadino italiano, residente estero e iscritto AIRE, in un paese extra UE e non black list. La natura del mio business mi porta ad acquistare beni in italia per rivenderli all'estero, ma tra breve anche l'opposto, ovvero acquistare all'estero per rivendere ad aziende italiane.
    Pensavo di costituire società offshore, nel mio caso pensavo ad HK, dato che la legge me lo consente, sia quella di HK che quella italiana. Attenzione: non sono titolare di alcun cc, immobile, società o altro in italia, mi sono "spogliato di tutti i beni" come si dice in gergo.
    Ho scoperto però che se da un lato (acquisto in italia per esportazione) non avrei problemi, dall'altro potrei avere problemi nel trovare clienti italiani interessati ad acquistare i miei prodotti.
    C'è un articolo (non ricordo esattamente quale) che dice che un'azienda italiana che acquista da fornitore di un paese black list deve (in caso di accertamento) poter dimostrare che la società del paese nella black list è effettivamente una società di trading. Pare non bastino nemmeno l'equivalente delle visure camerali, perchè tali documenti attesterebbero l'esistenza della società nel apese black list ma non la natura di tale società.
    Ovviamente questo è praticamente impossibile da dimostrare per l'azienda italiana da dimostrare perchè dovrebbe richiedere della documentazione al suo fornitore black list "sensibile". tali documenti possono essere bilanci, fatture acquisto dei suoi fornitori, ecc.... Documenti che:
    A) in caso di accertamento, il rapporto con l'azienda black list sarebbe avvenuto da tempo e quindi il cliente non avrebbe alcuna possibilità di richiedere documentazione, per di più sensibile, al proprio fornitore.
    B) nessun fornitore darebbe le proprie informazioni ai clienti, perchè vorrebbe dire che la volta successiva il cliente salterebbe la trading per acquistare direttamente dal produttore.
    Fino a qui il primo problema. Vorrei chiedervi un parere in merito.
    La soluzione potrebbe essere fregarsene dei problemi che potrebbe avere la propria clientela in italia e andare avanti fino a che si può, poi quando il cliente si troverà un accertamento, probabilmente si interrompono i rapporti commerciali e pazienza.

    Il secondo problema è ancora più delicato per me. In progetto c'è l'intenzione di avviare un'attività in italia, con produzione in italia al 100% ed esportare il prodotto di questa società tra me ed un altro italiano residente in italia.
    Il fatto che sia una azienda italiana è un MUST per ragioni commerciali (anche se qui qualcuno potrebbe dirmi che non ne vale la pena per la tassazione, ecc...).
    Tale srl (per ipotesi) italiana, di cui deterrei il 50%, farebbe in modo che io ricostruissi nuovamente un legame con l'italia e quindi non sarei più totalmente "spoglio" di legami con questo paese, seppure sempre residente estero, iscritto AIRE e fuori dall'italia per circa 320 giorni all'anno (dimostrabile con timbri sul passaporto). Ne conseguirebbe che a quel punto dovrei dichiarare i miei redditi (così vuole la legge) maturati con società di HK, come se fossero i redditi di azienda italiana qualsiasi.
    Visto e considerato che questa società mia al 50% deve produrre ed esportare un bene made in italya (con tanto di certificato di origine emesso dalla camera di commercio), che soluzione mi consiglite?
    o meglio che tipo di assetto societario?
    Credo che se la mia quota del 50%, anzichè essere intestata a me fosse intestata a società (sempre mia) di altro paese dell'unione, magari dove le aliquote sono più basse, ma non un paese black list ovviamente, possa permettermi di portare avanti questo progetto.

    Ovviamente ho interpellato persone qualificate in merito ma vorrei un parere del forum se possibile.
    ringrazio anticipatamente.

  • #2
    Salve Sig. Paolino, lieto di conoscerla. Non vendo soluzioni, ma mi permetto solo di esprimere la mia opinione su come organizzerei io il business, confidando di offrire un contributo positivo che spero venga apprezzato.
    Innanzitutto, a mio avviso, occorre capire se l'esportazione di made in Italy avviene verso un unico paese estero o verso più paesi. Nel primo caso, la mia esperienza personale mi porta a consigliare di costituire una società nel paese di importazione, che accorci la filiera commerciale e si occupi direttamente delle procedure di importazione e distribuzione. Questo è ovviamente un consiglio più sul modello di business che non di natura fiscale.
    Se invece i paesi target sono più di uno e, comunque, il suo modello di business prevede la sola attività di trading internazionale, effettivamente la costituzione di una società ad HK o RAK off-shore ha i suoi vantaggi, sia in termini di prestigio, che in termini di tassazione.
    In seconda battuta, se la scelta su HK o RAK mi dovesse precludere spazi di business, opterei per una Ltd inglese, che ormai ha costi di gestione abbastanza bassi e una tassazione under € 350.000 al 19% e over 350.000 al 20%, a mio avviso più che accettabile.
    Sul secondo problema, opterei per costituire una srl italiana partecipata da me attraverso veicolo societario area UE (la holding potrebbe essere una LP scozzese, che se non svolge business in UK e non ha VAT non prevede la tassazione dei dividendi, non necessita di deposito bilanci ed è coperta da trattato contro doppie imposizioni, con un c/c in Lettonia alla Rietumu Banka).
    Questo è quello che farei io con i miei contatti, poi sicuramente ci sono strutturazioni migliori, ma occorre sempre ricordare che, a mio modesto avviso, la reputazione e la presentabilità di un soggetto giuridico è inversamente proporzionale alla riservatezza della sua compagine sociale.
    Buon lavoro

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    • #3
      Buongiorno, grazie per la risposta.
      In merito alla prima soluzione, ovvero costituire società nel paese di importazione ha svariate problematiche che non elenco per ora ma ci sarebbe una semplice e quasi indolore soluzione utilizzando società dislocate in altri paesi.
      In merito a quanto mi suggerisce riguardo la Ltd inglese, stavo pensando più o meno ad una cosa simile ma a Taiwan, che sarebbe geograficamente per me vantaggiosa e la tassazione pare sia anche un po' inferiore (ma sto valutando).
      Interessante l'ipotesi proposta inerente il secondo problema, LP scozzese con conto in Lettonia (perchè non in scozia il conto?).
      Ma tutto questo genere si struttura societaria, immagino che abbia dei costi che all'inizio possono risultare anche troppo elevati o quantomeno, preferirei investire il capitale nello sviluppo prodotti anzichè nella costituzione della/delle società.
      Lei offre consulenza o servizi in merito? grazie

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      • #4
        Originariamente Scritto da paolinoestero Visualizza Messaggio
        buonasera, cercherò di essere il più sintetico possibile per spiegare la mia situazione e chiedervi quale possa essere la soluzione migliore.
        ciao paolino estero.

        sono cittadino italiano, residente estero e iscritto AIRE, in un paese extra UE e non black list.
        perfetto. anche se aiuterebbe alla valutazione sapere l'effettivo paese di residenza per verificare i vari TIEA in essere

        La natura del mio business mi porta ad acquistare beni in italia per rivenderli all'estero, ma tra breve anche l'opposto, ovvero acquistare all'estero per rivendere ad aziende italiane.
        ok.

        Pensavo di costituire società offshore, nel mio caso pensavo ad HK, dato che la legge me lo consente, sia quella di HK che quella italiana.
        HK è un'ottima giurisdizione. Specialmente se i prodotti provengono dall'oriente, ma non solo.

        Attenzione: non sono titolare di alcun cc, immobile, società o altro in italia, mi sono "spogliato di tutti i beni" come si dice in gergo.
        hai fatto bene, anche se non era strettamente necessario.

        Ho scoperto però che se da un lato (acquisto in italia per esportazione) non avrei problemi, dall'altro potrei avere problemi nel trovare clienti italiani interessati ad acquistare i miei prodotti.
        intendi che non vorrebbero acqusitare da una società di HK? in cosa commerci?

        C'è un articolo (non ricordo esattamente quale) che dice che un'azienda italiana che acquista da fornitore di un paese black list deve (in caso di accertamento) poter dimostrare che la società del paese nella black list è effettivamente una società di trading. Pare non bastino nemmeno l'equivalente delle visure camerali, perchè tali documenti attesterebbero l'esistenza della società nel apese black list ma non la natura di tale società.
        Ovviamente questo è praticamente impossibile da dimostrare per l'azienda italiana da dimostrare perchè dovrebbe richiedere della documentazione al suo fornitore black list "sensibile". tali documenti possono essere bilanci, fatture acquisto dei suoi fornitori, ecc.... Documenti che:
        A) in caso di accertamento, il rapporto con l'azienda black list sarebbe avvenuto da tempo e quindi il cliente non avrebbe alcuna possibilità di richiedere documentazione, per di più sensibile, al proprio fornitore.
        B) nessun fornitore darebbe le proprie informazioni ai clienti, perchè vorrebbe dire che la volta successiva il cliente salterebbe la trading per acquistare direttamente dal produttore.
        Fino a qui il primo problema. Vorrei chiedervi un parere in merito.
        sono migliaia le società italiane ed europee che commerciano giornalmente con HK. serve effettuare una comunicazione separata. se ci sono le bolle di importazione si dimostra facilmente l'attività svolta. poco possono contestare. e solitamente nona vviene con società di HK.

        La soluzione potrebbe essere fregarsene dei problemi che potrebbe avere la propria clientela in italia e andare avanti fino a che si può, poi quando il cliente si troverà un accertamento, probabilmente si interrompono i rapporti commerciali e pazienza.
        non si interrompe niente, altrimenti avrebbero già smesso tutit di far business e l'europa sarebbe collassata mancante del business proveniente dall'asia.

        Il secondo problema è ancora più delicato per me. In progetto c'è l'intenzione di avviare un'attività in italia, con produzione in italia al 100% ed esportare il prodotto di questa società tra me ed un altro italiano residente in italia.
        Il fatto che sia una azienda italiana è un MUST per ragioni commerciali (anche se qui qualcuno potrebbe dirmi che non ne vale la pena per la tassazione, ecc...).
        se è un must è un must, non ci piove. ci possono essere delle ragioni commerciali per chè sia così, concordo con te.

        Tale srl (per ipotesi) italiana, di cui deterrei il 50%, farebbe in modo che io ricostruissi nuovamente un legame con l'italia e quindi non sarei più totalmente "spoglio" di legami con questo paese, seppure sempre residente estero, iscritto AIRE e fuori dall'italia per circa 320 giorni all'anno (dimostrabile con timbri sul passaporto).
        ok. se proprio non vuoi comparire puoi usare una fiduciaria oppure partecipare con una offshore alle quote azionarie.

        Ne conseguirebbe che a quel punto dovrei dichiarare i miei redditi (così vuole la legge) maturati con società di HK, come se fossero i redditi di azienda italiana qualsiasi.
        nope. non è esatto. non devi farlo in italia se nons ei fiscalmente residente. il fatto di detenere il 50% di quote societarie di un'azienda non fa della tua persona fisica automaticamente un residente ai fini fiscali. la società italiana pagherà le tasse in italia. i profitti distribuiti verranno tassati con ritenuta prevista o meno secondo il tuo paese di residenza effettiva.

        Visto e considerato che questa società mia al 50% deve produrre ed esportare un bene made in italya (con tanto di certificato di origine emesso dalla camera di commercio), che soluzione mi consiglite?
        o meglio che tipo di assetto societario?
        Credo che se la mia quota del 50%, anzichè essere intestata a me fosse intestata a società (sempre mia) di altro paese dell'unione, magari dove le aliquote sono più basse, ma non un paese black list ovviamente, possa permettermi di portare avanti questo progetto.
        si è possibile. la soluzione prospettata dall'avv. pallini con società scozzese è possibile. ma potresti usare anche una società cipriota (invece che uk) dove royalties e dividendi sono tassati 0% e la tassazione delle attività commericla è al 12,5% abbattibile.

        Originariamente Scritto da avv.pallini Visualizza Messaggio
        ma occorre sempre ricordare che, a mio modesto avviso, la reputazione e la presentabilità di un soggetto giuridico è inversamente proporzionale alla riservatezza della sua compagine sociale.
        bella, ben detto.

        Originariamente Scritto da paolinoestero Visualizza Messaggio
        Buongiorno, grazie per la risposta.
        In merito alla prima soluzione, ovvero costituire società nel paese di importazione ha svariate problematiche che non elenco per ora ma ci sarebbe una semplice e quasi indolore soluzione utilizzando società dislocate in altri paesi.
        ok.

        In merito a quanto mi suggerisce riguardo la Ltd inglese, stavo pensando più o meno ad una cosa simile ma a Taiwan, che sarebbe geograficamente per me vantaggiosa e la tassazione pare sia anche un po' inferiore (ma sto valutando).
        meglio HK o RAK

        Interessante l'ipotesi proposta inerente il secondo problema, LP scozzese con conto in Lettonia (perchè non in scozia il conto?).
        perchè se il conto viene aperto in scozia la Società diventa residente e quindi soggetta al pagamento delle imposte oltre che alla presentazione dei bilanci.

        Ma tutto questo genere si struttura societaria, immagino che abbia dei costi che all'inizio possono risultare anche troppo elevati o quantomeno, preferirei investire il capitale nello sviluppo prodotti anzichè nella costituzione della/delle società.
        dipende tutto da quello che è il giro di business previsto, la questione onerosità è relativa. HK e Scozia, ben strutturate e incluse di nominees, per essere entrambe tax free si muovono più o meno sulle stesse linee di investimento economico.
        I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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