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L’ italia al primo posto tra i paradisi fiscali

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    L’ italia al primo posto tra i paradisi fiscali
    CON SCAMPIA, L’ITALIA AL PRIMO POSTO TRA I PARADISI FISCALI.

    ROMA – Dai dati elaborati da Contribuenti.it emerge chiaramente che il più importante paradiso fiscale per le imprese è in Italia, con il distretto “industriale” di Scampia.

    Nel famigerato quartiere di Napoli, dove si combatte, in un'alternanza di guerra e pace armata, una faida di camorra, sono presenti ben 13.000 imprese di cui 8.600, tra individuali e società di capitali, sono riconducibili a imprenditori cinesi che le gestiscono tramite prestanome.

    Questo è quanto risulta da un'inchiesta, presentata oggi a Ischia alla presentazione della manifestazione Fisco Tour 2009, condotta da Contribuenti.it - Associazione Contribuenti italiani elaborando dati della Camera di Commercio e de Lo Sportello del Contribuente di Napoli. Non solo: a Scampia risulterebbero immatricolate a prestanomi anche 2234 auto di cilindrata superiore ai 2500 cc: una arzilla signora di 82 anni figurerebbe proprietaria di due Ferrari, sette Suv e dodici autovetture extralusso.
    “Sembra che le aziende presenti a Scampia - afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani - operino in tutti i settori industriali, tra cui l'abbigliamento, la produzione di detersivi e dei giochi”.

    Insomma, altro Svizzera, Lussemburgo e Montecarlo. Nelle strade della periferia napoletana, 70 mila abitanti, operano ben 6.600 imprese individuali, 5.100 società di capitali, 1.300 di persone. Due terzi di queste, riconducibili ad imprenditori cinesi, operano - secondo Lo Sportello del Contribuente - con prestanomi. In totale, le partite Iva cinesi aperte a Scampia sono oltre 8.600.
    “Le statistiche – continua Carlomagno - poi, fanno il resto. Analizzando i dati, per conto di una multinazionale italiana, è emerso che conviene aprire la sede legale a Napoli - anziché a Zurigo o le Bahamas, classici paradisi fiscali - dove il 50% delle società non pagano le tasse, con punte record del 98% a Scampia”.
    “E’ ora di finirla con modeste misure di contrasto all’evasione fiscale – conclude Carlomagno – Come per il credito, è necessario assegnare ai Prefetti un ruolo nel controllo nella lotta all’evasione fiscale con la costituzione di un osservatorio presso tutte le Prefetture e la partecipazione di tutti i diretti interessati: i rappresentanti delle società, i rappresentati del fisco, i rappresentanti dei lavoratori ed i rappresentanti dei contribuenti ed il Prefetto coordinerà questo tavolo. All'osservatorio dovranno partecipare tutti coloro che sono interessati a migliorare i rapporti tra fisco e contribuenti, applicando la Tax compliance, per evitare che l’evasione dilaghi nel nostro paese”.


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