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Fra 10 anni non esisteranno piu paradisi

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  • Fra 10 anni non esisteranno piu paradisi

    LUGANO - "Invece di inasprire le pene e i controlli per sequestrare i capitali di questi evasori (evasori come minimo, poi bisognerebbe vedere con quali attività si sono procurati quei capitali), li facciamo rientrare per l'ennesima volta, nell'anonimato e pagando un misero 5%. Ormai c'è solamente da vergognarsi ad essere italiani". E' questo il parere di un lettore del corriere.it sul decreto del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, molto discusso in Italia, riguardante lo scudo fiscale. I patrimoni degli italiani detenuti all'estero è di quasi 300 miliardi di euro.
    Una somma di denaro enorme che lo Stato italiano vorrebbe recuperare per ridare fiato a uno Stato fortemente indebitato e che, come gli altri grandi Stati europei, ha iniettato un ingente quantitativo di denaro pubblico per salvare il sistema bancario colpito dalla crisi.
    L'opposizione potrebbe chiedere al Capo dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di accertare la regolarità del decreto. Giulio Tremonti ritiene, invece, questa misura urgente: "È stata evitata la catastrofe - ha dichiarato il ministro delle finanze riferendosi alla situazione italiana - la crisi è in fase di rallentamento, ma non si può immaginare che si apra una stagione dell'oro nel bacino del Mediterraneo. Quindi bisogna fare in fretta". Lo stato italiano ha bisogno di fondi che servono al rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Ma l'opposizione sta alzando il tiro. L'Italia dei Valori, partito guidato da Antonio Di Pietro e il Pd avanzano dubbi sulla costituzionalità del decreto e la polemica cresce.
    In questo clima di tensione si inserisce la dichiarazione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera: "Il destino dei paradisi fiscali è ormai segnato".
    Una dichiarazione che tocca da vicino anche il nostro paese, dove sono oltre 125 miliardi gli euro depositati nei forzieri delle banche provenienti dall'Italia.
    Angelo Rossi, economista ed ex direttore della Supsi, al quale ci siamo rivolti per un parere sulle dichiarazioni di Befera, non può che condividere la previsione del direttore dell'Agenzia delle Entrate: "Posso dire semplicemente che la tendenza è questa. La direzione presa è quella che porterà all'eliminazione di ogni possibilità di evasione fiscale attraverso l'esportazione di capitali. Tra cinque, dieci anni non esisterà più questa possibilità. L'italiano che vorrà evadere il fisco e portare i propri capitali in Lussemburgo o in Svizzera non avrà più possibilità di farlo. La banca lussemburghese o svizzera rifiuterà questi capitali. Verranno accettati quelli già tassati. Questa è l'evoluzione prevista dalla OCDE e sulla quale si allineeranno tutti gli stati europei.
    Cosa potrebbe comportare per la Svizzera questa evoluzione?
    "Niente di speciale. Anziché ricevere fondi non tassati, nelle banche svizzere verrranno depositati capitali già tassati. Evidentemente ci saranno sempre investitori che cercheranno di rivolgersi a paradisi fiscali in altre parti del mondo, sempre che esisteranno ancora. Ritengo, in tutti i casi, che il numero di questo genere di investitori è molto sopravvalutato e non rappresenta che una minoranza".
    Quale sarà allora l'interesse che spingerà un cliente italiano a rivolgersi al Lussemburgo o alla Svizzera per affidare i propri capitali?
    "Approfittare della qualità dei servizi che le banche svizzere possono garantire. Servizi che le banche italiane non danno".
    È quindi sempre nella qualità del servizio che la Svizzera può fare la differenza?
    "Se c'è una differenza di qualita del servizio l'interesse degli investitori esteri rimarrà, indubbiamente. È infatti vero che per quanto riguarda certi tipi di investimenti, l'italiano preferirà ancora la Svizzera, il Lussemburgo o il Liechtenstein"

  • #2
    lo hanno detto anche 10 anni fa, e i 10 anni prima. ma è un bel modo per vendere una copia di giornale in più.

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    • #3
      BERNA - I partiti si dicono irritati per l'operazione di ieri della Guardia di finanza italiana ai danni delle succursali elvetiche nella Penisola. L'ampiezza e la repentinità di questa operazione fanno pensare a una vera razzia della quale l'ambasciatore d'Italia a Berna dovrà fornire spiegazioni.
      Darbellay: "Reazione molle" - Il presidente del PPD svizzero, Christophe Darbellay, giudica "troppo molle" la reazione del Dipartimento federale delle finanze (DFF) ma "adeguata" la convocazione dell'ambasciatore italiano. "E' la prima cosa che avrei fatto, bisogna sapere che cosa sta avvenendo", ha affermato all'ATS. Il dispositivo messo in atto dalle autorità italiane - ha aggiunto Darbellay - dà a priori l'impressione che stiamo assistendo a un nuovo attacco coordinato contro le banche elvetiche. Non bisogna cedere!". Poi però ha invitato a una certa prudenza, poiché eventuali sanzioni economiche contro l'Italia potrebbero ritorcersi ai danni della Svizzera. "Una visita diplomatica a Roma non sarebbe inutile".
      Pelli: "Italia discriminatoria" - Il presidente del PLR, Fulvio Pelli, osserva che prendendo di mira gli istituti bancari elvetici l'Italia ha avuto un comportamento ampiamente discriminatorio. Per contro, il consigliere nazionale ticinese ha detto di comprendere il riserbo manifestato ieri dal presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz. Parlare con le autorità italiane è, a suo parere, difficile, poiché "i politici in questo momento sono completamente obnubilati dall'amnistia fiscale".
      UDC: "Oltraggio" - L'UDC dal canto suo ritiene che la reazione del Consiglio federale sia tardiva e minimalista. L'atteggiamento dell'Italia verso la Svizzera assume risvolti "sempre più grotteschi" e "oltraggiosi", scrive il partito, che propugna misure di ritorsione.
      PS: "Inaccettabile se azione discriminatoria" - Per i socialisti, il presidente Christian Levrat è più sfumato. "L'azione dello Stato italiano è giustificata se dispone di indizi concreti di atti illegali. È difficilmente accettabile se si tratta di una manovra intimidatoria", ha dichiarato all'ATS, giudicando "ragionevole" la convocazione dell'ambasciatore. A tale stadio, occorre essere prudenti e attendere di avere maggiori informazioni. Levrat sottolinea che la posizione della Svizzera potrebbe diventare delicata se dovesse venire alla luce un sistema d'incitamento alla frode come negli USA.
      Da segnalare inoltre che in Ticino, secondo quanto affermato dal presidente del governo cantonale Gabriele Gendotti alla "Neue Luzerner Zeitung", sarebbero attivi in incognito agenti del fisco italiani alla caccia di evasori, eseguendo perfino controlli sui treni.

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      • #4
        L'opposizione potrebbe chiedere al Capo dello Stato, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, di accertare la regolarità del decreto. Giulio Tremonti ritiene, invece, questa misura urgente: "È stata evitata la catastrofe - ha dichiarato il ministro delle finanze riferendosi alla situazione italiana - la crisi è in fase di rallentamento, ma non si può immaginare che si apra una stagione dell'oro nel bacino del Mediterraneo. Quindi bisogna fare in fretta". Lo stato italiano ha bisogno di fondi che servono al rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Ma l'opposizione sta alzando il tiro. L'Italia dei Valori, partito guidato da Antonio Di Pietro e il Pd avanzano dubbi sulla costituzionalità del decreto e la polemica cresce.In questo clima di tensione si inserisce la dichiarazione del direttore dell'Agenzia delle entrate, Attilio Befera: "Il destino dei paradisi fiscali è ormai segnato".Una dichiarazione che tocca da vicino anche il nostro paese, dove sono oltre 125 miliardi gli euro depositati nei forzieri delle banche provenienti dall'Italia.Angelo Rossi, economista ed ex direttore della Supsi, al quale ci siamo rivolti per un parere sulle dichiarazioni di Befera, non può che condividere la previsione del direttore dell'Agenzia delle Entrate: "Posso dire semplicemente che la tendenza è questa. La direzione presa è quella che porterà all'eliminazione di ogni possibilità di evasione fiscale attraverso l'esportazione di capitali. Tra cinque, dieci anni non esisterà più questa possibilità. L'italiano che vorrà evadere il fisco e portare i propri capitali in Lussemburgo o in Svizzera non avrà più possibilità di farlo. La banca lussemburghese o svizzera rifiuterà questi capitali. Verranno accettati quelli già tassati. Questa è l'evoluzione prevista dalla OCDE e sulla quale si allineeranno tutti gli stati europei.

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