Cari amici,
voglio dapprima manifestarvi la mia stima per la vostra battaglia volta a riporre il vostro augello nell'antro anale di Padoan. Credo non esista nulla di più nobile.
Un dubbio mi attanaglia sulla questione dello scambio dati bancario e sulle ipotetiche strategie per difendersi dalle incursioni dell'AdE.
Alcuni anni fa, ero uno studentello italiota che grazie a qualche sito sul webbe riusciva a campare grazie a qualche spicciolo con Adwords. Non volendo condividere la già misera torta con uno dei predecessori di Padoan, mi feci mandare il denaro in uno stato extra UE, su un portafoglio postale. Parliamo di 15k€ occhio e croce. Dopo circa un anno, prelevai il saldo (all'estero) e chiusi il conto.
Quando venne fuori questa cosa dello scambio di dati con i paesi un tempo chiesi al mio commercialista di allora se non fosse il caso di “dischiudersi volontariamente” per pararsi il deretano.
Il commercialista mi disse di lasciar perdere, che si trattava di due spiccioli e che semmai li avessero trovati, lo Stato mi avrebbe comunque proposto di saldare il conto sostanzialmente senza more, pur di avere un pagamento immediato.
Ora, da circa un paio d'anni sono emigrato (davvero) in un paese felice, dove le tasse sono ragionevoli e la gente non ha grossi problemi con i ladri di Stato. Tuttavia mi chiedo, qualora attraverso gli scambi bancari dovesse saltare fuori il mio nominativo e dovessi essere raggiunto in questa nuova residenza o al mio indirizzo italiano precedente da una missiva dei ladri di Roma, come conviene comportarsi?
C'è qualche trucchetto per tutelarsi il più possibile? Tipo, essere irreperibili quando arriva la raccomandata, può giovare?
P.S. Ho visto che il governo sta riproponendo l'autodenuncia volontaria. Secondo voi, conviene aderire o per l'importo di cui sopra conviene continuare con la strategia del mio ex commercialista italico?
voglio dapprima manifestarvi la mia stima per la vostra battaglia volta a riporre il vostro augello nell'antro anale di Padoan. Credo non esista nulla di più nobile.
Un dubbio mi attanaglia sulla questione dello scambio dati bancario e sulle ipotetiche strategie per difendersi dalle incursioni dell'AdE.
Alcuni anni fa, ero uno studentello italiota che grazie a qualche sito sul webbe riusciva a campare grazie a qualche spicciolo con Adwords. Non volendo condividere la già misera torta con uno dei predecessori di Padoan, mi feci mandare il denaro in uno stato extra UE, su un portafoglio postale. Parliamo di 15k€ occhio e croce. Dopo circa un anno, prelevai il saldo (all'estero) e chiusi il conto.
Quando venne fuori questa cosa dello scambio di dati con i paesi un tempo chiesi al mio commercialista di allora se non fosse il caso di “dischiudersi volontariamente” per pararsi il deretano.
Il commercialista mi disse di lasciar perdere, che si trattava di due spiccioli e che semmai li avessero trovati, lo Stato mi avrebbe comunque proposto di saldare il conto sostanzialmente senza more, pur di avere un pagamento immediato.
Ora, da circa un paio d'anni sono emigrato (davvero) in un paese felice, dove le tasse sono ragionevoli e la gente non ha grossi problemi con i ladri di Stato. Tuttavia mi chiedo, qualora attraverso gli scambi bancari dovesse saltare fuori il mio nominativo e dovessi essere raggiunto in questa nuova residenza o al mio indirizzo italiano precedente da una missiva dei ladri di Roma, come conviene comportarsi?
C'è qualche trucchetto per tutelarsi il più possibile? Tipo, essere irreperibili quando arriva la raccomandata, può giovare?
P.S. Ho visto che il governo sta riproponendo l'autodenuncia volontaria. Secondo voi, conviene aderire o per l'importo di cui sopra conviene continuare con la strategia del mio ex commercialista italico?
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