Questo caso è quasi certamente un mega fake, ma si sta dispiegando come una sorta di thriller.
Secondo voi si potrebbe realizzare l'operazione sottostante?
Il documento in se stesso è credibile?
Giacomo Amadori per “la Verità” articolo
(estratti principali)
Nella già intricata vicenda del fallimento di Banca Etruria mancava solo la storia di uno strano programma di investimenti intestato a Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, con annotata la cifra monstre di 6 miliardi di euro da sbloccare, probabilmente, in Honduras. La notizia potrebbe far pensare immediatamente a una fake news, ma ad Arezzo quel documento non è stato cestinato dagli investigatori, perché è stato rinvenuto nel tablet di un noto faccendiere, Giuliano Michelucci, collegato ad altri del calibro di Flavio Carboni e Valeriano Mureddu.
Un documento che puzza di bruciato sin dalla prima riga. In questo presunto «Accordo commerciale principale» non appaiono firme né dati sensibili di Boschi senior, si legge solo questo codice di transazione : «Boschi/6B/Italy/Zeta/08052015». Si tratta di una bozza di un contratto tra un trader finanziario e un investitore, nel nostro caso un Pier Luigi Boschi che ha eletto domicilio in piazza Indipendenza a Chiasso, in Svizzera, a poca distanza dallo studio dell' avvocato Campana.
Nel contratto si legge che l' investitore si dichiara desideroso di trasferire 6 miliardi di euro utilizzando un conto che potrebbe trovarsi in Honduras. Il trader promette di iniziare a investire «la prima tranche» di 6 miliardi utilizzando un' agenzia ungherese della banca Raiffeisen. Il 50 per cento dei guadagni del presunto investitore e la conferma virtuale dei flussi (tecnicamente «swift») dovranno passare dal Centramerica.
La strada è tortuosa: Raiffeisen è un istituto svizzero, Boschi è domiciliato a Chiasso e dovrebbe far arrivare uno swift da 6 miliardi in Ungheria passando dall' Honduras. «Questo tipo di contratti sono spesso delle bufale e vengono presentati per cercare di farsi dare una linea di credito da qualche istituto di bancario poco "avveduto"», commenta Guido Beltrame, esperto di operazioni finanziarie internazionali. Il professionista, che ritiene il documento intestato a Boschi molto approssimativo, aggiunge: «Da anni, ormai, la maggior parte delle banche europee rifuggono questo tipo di operazioni salvo che non siano conniventi».
La carta del contratto è intestata alla Zeta global clear limited di Hatfield, una cittadina nel sud dell' Inghilterra. Nel documento compaiono nomi e società, soprattutto ungheresi, di cui gli investigatori hanno verificato l' esistenza attraverso fonti aperte e apposite banche dati. È anche indicato l' Iban del conto aperto a Budapest presso la Raiffeisen bank. Ma gli inquirenti non hanno disposto nessuna rogatoria per aver maggiori informazioni o chiedere delucidazioni ai personaggi citati nel documento. Nemmeno a Boschi.
In questo modo gli approfondimenti necessari per verificare l' eventuale esistenza dei fondi esteri evocati nel contratto sono finiti su un binario morto. E al momento non risulta esserci nessuna iscrizione sul registro degli indagati. Nel fascicolo si trovano i verbali dei due principali testimoni e poco altro. L' ingegner Lorenzo C. e l' avvocato Marcello C. agli investigatori hanno dato versioni un po' fumose.
Secondo voi si potrebbe realizzare l'operazione sottostante?
Il documento in se stesso è credibile?
Giacomo Amadori per “la Verità” articolo
(estratti principali)
Nella già intricata vicenda del fallimento di Banca Etruria mancava solo la storia di uno strano programma di investimenti intestato a Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, con annotata la cifra monstre di 6 miliardi di euro da sbloccare, probabilmente, in Honduras. La notizia potrebbe far pensare immediatamente a una fake news, ma ad Arezzo quel documento non è stato cestinato dagli investigatori, perché è stato rinvenuto nel tablet di un noto faccendiere, Giuliano Michelucci, collegato ad altri del calibro di Flavio Carboni e Valeriano Mureddu.
Un documento che puzza di bruciato sin dalla prima riga. In questo presunto «Accordo commerciale principale» non appaiono firme né dati sensibili di Boschi senior, si legge solo questo codice di transazione : «Boschi/6B/Italy/Zeta/08052015». Si tratta di una bozza di un contratto tra un trader finanziario e un investitore, nel nostro caso un Pier Luigi Boschi che ha eletto domicilio in piazza Indipendenza a Chiasso, in Svizzera, a poca distanza dallo studio dell' avvocato Campana.
Nel contratto si legge che l' investitore si dichiara desideroso di trasferire 6 miliardi di euro utilizzando un conto che potrebbe trovarsi in Honduras. Il trader promette di iniziare a investire «la prima tranche» di 6 miliardi utilizzando un' agenzia ungherese della banca Raiffeisen. Il 50 per cento dei guadagni del presunto investitore e la conferma virtuale dei flussi (tecnicamente «swift») dovranno passare dal Centramerica.
La strada è tortuosa: Raiffeisen è un istituto svizzero, Boschi è domiciliato a Chiasso e dovrebbe far arrivare uno swift da 6 miliardi in Ungheria passando dall' Honduras. «Questo tipo di contratti sono spesso delle bufale e vengono presentati per cercare di farsi dare una linea di credito da qualche istituto di bancario poco "avveduto"», commenta Guido Beltrame, esperto di operazioni finanziarie internazionali. Il professionista, che ritiene il documento intestato a Boschi molto approssimativo, aggiunge: «Da anni, ormai, la maggior parte delle banche europee rifuggono questo tipo di operazioni salvo che non siano conniventi».
La carta del contratto è intestata alla Zeta global clear limited di Hatfield, una cittadina nel sud dell' Inghilterra. Nel documento compaiono nomi e società, soprattutto ungheresi, di cui gli investigatori hanno verificato l' esistenza attraverso fonti aperte e apposite banche dati. È anche indicato l' Iban del conto aperto a Budapest presso la Raiffeisen bank. Ma gli inquirenti non hanno disposto nessuna rogatoria per aver maggiori informazioni o chiedere delucidazioni ai personaggi citati nel documento. Nemmeno a Boschi.
In questo modo gli approfondimenti necessari per verificare l' eventuale esistenza dei fondi esteri evocati nel contratto sono finiti su un binario morto. E al momento non risulta esserci nessuna iscrizione sul registro degli indagati. Nel fascicolo si trovano i verbali dei due principali testimoni e poco altro. L' ingegner Lorenzo C. e l' avvocato Marcello C. agli investigatori hanno dato versioni un po' fumose.
Comment