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generica informazione su spostamento dei capitali dalle società estere

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  • generica informazione su spostamento dei capitali dalle società estere

    ponendo il caso che abbia due società, una estera ed una italiana

    Quella italiana fa la parte operativa del servizio e quella estera procaccia clienti tramite compensi per quella italiana.

    Dunque in questa fase diciamo che la società estera è il salvadanaio e quella italiana fa il lavoro retribuito il giusto per tenerla aperta.

    In questo caso, i profitti nella cassa della società estera come possono essere usati dai veri proprietari italiani?

    Se provassi ad usarli non sarei sottoposto automaticamente ad una doppia tassazione estera ed italiana?

  • #2
    ciao gottuso,

    Originariamente Scritto da gottuso1945 Visualizza Messaggio
    ponendo il caso che abbia due società, una estera ed una italiana
    estera dove? se non specifici dove è difficile capire la struttura...

    Quella italiana fa la parte operativa del servizio e quella estera procaccia clienti tramite compensi per quella italiana.
    si fattibile. una regolare attività di "agente"

    Dunque in questa fase diciamo che la società estera è il salvadanaio e quella italiana fa il lavoro retribuito il giusto per tenerla aperta.
    ok, lo avevo dato per assodato per come si stava mettendo la cosa

    In questo caso, i profitti nella cassa della società estera come possono essere usati dai veri proprietari italiani?
    dipende da dove è localizzata la società. se è in europa hai le mani legate se non hai scelto una giurisdizione che non applica ritenute alla fonte. Se invece la società è offshore allora con un bancomat senza nome legato al conto offshore.

    Se provassi ad usarli non sarei sottoposto automaticamente ad una doppia tassazione estera ed italiana?
    se li porti in italia e li dichiari in italia paghi le tasse sulla ritenuta applicata ai dividendi distribuiti alle società secondo un eventuale DTA firmato fra le due nazioni, oppure si esatto vieni soggetto a doppia tassazione. i DTA servono proprio a limitare questo, quando ben congeniati.
    I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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    • #3
      Salve david

      Grazie della risposta, il motivo per cui non ho detto chiaramente di piu riguardo la societa' estera era perche' il mio era un interesse generico per capire piu o meno come funzionavano le cose, e la tua risposta e' stata abbastanza esauriente.

      M potresti dire piu precisament cosa e' un DTA?

      un accordo fiscale tra nazioni per caso?

      Comment


      • #4
        Double Taxation Agreement. un altro nome utilizzato per identificare la stessa cosa è Tax Treaty: http://en.wikipedia.org/wiki/Tax_treaty

        Sono accordi contro le doppie imposizioni firmati fra uno stato e l'altro e servono per regolamentare gli scambi comemrciali e l'assoggettazione a tassazione di chi fa business cross border.

        Alcune clausole sono più o meno ricorrenti, altre variano da paese a paese, ed è per questo che è importante valutare bene la pianificazione andando a capire esattamente quali giurisdizioni vogliamo prendere in considerazione.
        I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

        Comment


        • #5
          il caso del DTA mi sembra abbastanza chiaro, ma credo che nella migliore delle ipotesi, un DTA non ti da mai un vantaggio fiscale, perche' se la nazione estera ha una tassazione piu bassa di quella italiana, una volta dichiarati i soldi si viene a pagare in italia la tassazione di differenza, corretto?
          es societa' in slovacchia, tassazione al 5% mentre la tassazione in italia e' al 50%
          in questo caso, se ci fosse un DTA tra le due nazioni, si pagherebbe prima il 5% in slovacchia e poi il 45% in italia, corretto? (le cifre percentuali sono esclusivamente a scopo di esempio e non veritiere)

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          • #6
            Devi leggere i DTA dei due paesi e vedere che tipo di accordi hanno. Normalmente seguono un modello standard quindi quel che dici ha senso, ma la cosa migliore è leggerli e vedere cosa c'è scritto o farti dire da un avvocato.

            Comment


            • #7
              Grazie per le info!
              Dunque, per quanto riguarda l'argomento DTA, mi avete chiarito le idee.

              Mi rimarrebbe un punto generico aperto, prima di vedermi alcuni dettagli:

              Nel caso precedentemente indicato, ci sono due società:
              1 all'estero, in un ipotetico offshore
              1 in italia, classica srl.

              La prima, la società straniera, procaccia i clienti per la seconda.
              La seconda, quella italiana, fa il lavoro operativo con i clienti e riconosce una pesante reveniue alla società estera.

              Alla fine del giro, per ogni anno di un ipotetico fatturato di 100, 30 rimane va nell'azienda estera e 70 va nell'azienda italiana.
              Tali soldi nell'azienda italiana servono per pagare il 100% delle spese e rimane un piccolo disavanzo per varie ed evantuali improvvise.
              In questo scenario, in pratica, la società estera non è ne piu' ne meno di un salvadanaio.

              Alla luce del precedente esempio, mi rimane un dubbio: per il fisco italiano ogni attività deve rientrare in determinati parametri fiscali detti "studi di settore": ovviamente se i soldi vengono spostati come spese nella società estera, la società italiana rimane con ben poco dopo tutte le spese, questo non solleverebbem ogni anno che il buon Dio ha fattom dei controlli pesanti fiscali?

              Comment


              • #8
                Originariamente Scritto da Rob Visualizza Messaggio
                Devi leggere i DTA dei due paesi e vedere che tipo di accordi hanno. Normalmente seguono un modello standard quindi quel che dici ha senso, ma la cosa migliore è leggerli e vedere cosa c'è scritto o farti dire da un avvocato.
                gottuso ha ragione rob, devi leggerli uno per uno o affidarti a qualcuno che li conosca. variano da giurisdizione a giurisdizione, quindi il tutto deve essere studiato con attenzione.
                I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

                Comment


                • #9
                  Originariamente Scritto da gottuso1945 Visualizza Messaggio
                  Grazie per le info!
                  Dunque, per quanto riguarda l'argomento DTA, mi avete chiarito le idee.
                  felici di sapere che ti sia stato utile il nostro commento

                  Mi rimarrebbe un punto generico aperto, prima di vedermi alcuni dettagli:

                  Nel caso precedentemente indicato, ci sono due società:
                  1 all'estero, in un ipotetico offshore
                  1 in italia, classica srl.
                  la n°1 in che giurisdizione offshore? perchè le cose possono essere diverse secondo dove è incorporata la società.

                  La prima, la società straniera, procaccia i clienti per la seconda.
                  La seconda, quella italiana, fa il lavoro operativo con i clienti e riconosce una pesante reveniue alla società estera.
                  si è fattibile.

                  Alla fine del giro, per ogni anno di un ipotetico fatturato di 100, 30 rimane va nell'azienda estera e 70 va nell'azienda italiana.
                  Tali soldi nell'azienda italiana servono per pagare il 100% delle spese e rimane un piccolo disavanzo per varie ed evantuali improvvise.
                  In questo scenario, in pratica, la società estera non è ne piu' ne meno di un salvadanaio.
                  si. devi stare attento però che il tutto non lasci in perdita l'azienda locale nè che sia troppo "palese" altrimenti è normale che tu riceva qualche domanda in merito.

                  Alla luce del precedente esempio, mi rimane un dubbio: per il fisco italiano ogni attività deve rientrare in determinati parametri fiscali detti "studi di settore": ovviamente se i soldi vengono spostati come spese nella società estera, la società italiana rimane con ben poco dopo tutte le spese, questo non solleverebbem ogni anno che il buon Dio ha fattom dei controlli pesanti fiscali?
                  una volta che tu sei in grado di dimostrare l'effettiva legittimità del business svolto allora non ci sono particolare problemi. Il problema avviene quando non solo non sei in grado di dimostrarne la legittimità, ma hai anche "abusato" dello strumento.
                  I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

                  Comment


                  • #10
                    Originariamente Scritto da David Visualizza Messaggio

                    una volta che tu sei in grado di dimostrare l'effettiva legittimità del business svolto allora non ci sono particolare problemi. Il problema avviene quando non solo non sei in grado di dimostrarne la legittimità, ma hai anche "abusato" dello strumento.

                    Il resto mi era chiaro, ma la frase sopracitata mi rimane un po' oscura.
                    Tenendo conto che l'azienda italiana non sarebbe mai in perdita (con la giusta attenzione ovviamente) quello che mi rimane come dubbio è il termine "abusato" e "legittimità del business" (il business sarebbe realmente vero, nessuna impalcatura fittizzia)

                    A me, l'unico dubbio che mi verrebbe in mente se fossi il fisco, è che l'azienda italiana farebbe un ricavo netto troppo basso (dato che il profitto è stato spostato nell'ipotetica azienda nell'ipotetico paradiso fiscale*), oltre questo non mi vengono in mente altre questioni...era questa la puntualizzazione che intendevi dire?


                    *il motivo per cui non ho definito il "paradiso fiscale" era perchè come ipotesi avevo lasciato come idea un ipotetico "paradiso fiscale con ideantità segreta agli occhi dello stato italiano"

                    Comment


                    • #11
                      Originariamente Scritto da gottuso1945 Visualizza Messaggio
                      (il business sarebbe realmente vero, nessuna impalcatura fittizzia)
                      perfetto. questo è l'importante.

                      A me, l'unico dubbio che mi verrebbe in mente se fossi il fisco, è che l'azienda italiana farebbe un ricavo netto troppo basso
                      troppo basso rispetto a cosa? ogni qualvolta tu demandi a un terzo la parte commerciale devi pagarlo. nessuno lavora gratis. c'è chi costa di più e chi invece costa di meno. niente di male, ognuno ha i propri fornitori.

                      *il motivo per cui non ho definito il "paradiso fiscale" era perchè come ipotesi avevo lasciato come idea un ipotetico "paradiso fiscale con ideantità segreta agli occhi dello stato italiano"
                      li conoscono benissimo, non vale la pena nascondere niente. é importante in primis avre rispetto del proprio avversario storico. La realtà è che sutto è fatto a dovere, non si infrange nessuna legge internazionale, riuscendo al contempo ad ottimizzare l'operatività dell'attività in questione sia da un punto di vista contributivo, che produttivo ed evolutivo. (verso nuovi mercati ancora più fiorenti)
                      I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

                      Comment


                      • #12
                        Originariamente Scritto da gottuso1945 Visualizza Messaggio
                        Il resto mi era chiaro, ma la frase sopracitata mi rimane un po' oscura.
                        Tenendo conto che l'azienda italiana non sarebbe mai in perdita (con la giusta attenzione ovviamente) quello che mi rimane come dubbio è il termine "abusato" e "legittimità del business" (il business sarebbe realmente vero, nessuna impalcatura fittizzia)

                        A me, l'unico dubbio che mi verrebbe in mente se fossi il fisco, è che l'azienda italiana farebbe un ricavo netto troppo basso (dato che il profitto è stato spostato nell'ipotetica azienda nell'ipotetico paradiso fiscale*), oltre questo non mi vengono in mente altre questioni...era questa la puntualizzazione che intendevi dire?


                        *il motivo per cui non ho definito il "paradiso fiscale" era perchè come ipotesi avevo lasciato come idea un ipotetico "paradiso fiscale con identità segreta agli occhi dello stato italiano"




                        per come l'hai messa giù... 2 + 2 = 4 tutto filerebbe liscio in un paese "normale"...

                        il punto è che "Italy is not normal place"... non è che quando ti vengono a trovare i GdF o ti chiama il direttore di Ag. d. Entrate
                        di Treviso o Bergamo... fili tutto così liscio.... non per difendere il tuo commercialista, che sicuramente fino ad oggi non ha capito un cazzo delle tue esigenze e di come gira il mondo, ovvero lo ha capito troppo bene ma gli va alla grande così ( come ti incula lo stato, a seguire lo fa pure lui), e se te ne vai ai Caribi certamente perde una fonte di reddito!

                        come, se leggi i miei post da un anno a sta parte, ho ampliamene esposto.... dato che l'Italia non è assolutamente uno stato di diritto... l'imprenditore in Italia, non importa se è onesto o meno, è, per la casta ed il suo apparto, una mucca da mungere, fino a che possibile, poi diventa carne da macello... su cui ci si può accanire con ferocia inaudita....

                        possono metterti in ginocchio te e la tua azienda come e quando vogliono... addirittura arrestarti, senza prove e senza motivi seri.. vedi i Riva e financo Berlusconi...



                        se dei al Sud.... nessun problema... paghi il tuo pizzo e campi 100 anni

                        se sei al Nord e non paghi la tangentona alla casta (finanzieri per primi) hai due alternative...

                        A) chiudere tutto, ed emigrare (vivamente consigliata).

                        B) trasferirti con l'azienda sotto il parallelo di Latina....

                        non sto esagerando: leggiti o fatti spiegare dal tuo comm. le nuove leggi entrate in vigore contro le società che non fanno utili !!
                        in Italy.... non è più concesso all'imprenditore/impresa di non fare utili nella misura in cui sta bene a loro (studi di settore)
                        Io la mia Srl l'ho messa in liquidazione al 31/12/2011 e ne sono felice...




                        sei disposto a guardare negli occhi il direttore Ag. d E. che ti dice :
                        "...lei quest' anno ci deve dare 90.000€ in più di quelli che ha versato !"
                        ed alla tua risposta... "in base a cosa?" ... "ai nostri studi di settore!"... "ma nella contabilità avete rilevato qualche anomalia?"
                        ...." No, ma lei ce li darà lo stesso"... (fatti realmente accaduti al sottoscritto, ad oggi Equitalia pretende da me 350'000€).



                        la prima domanda che devi porti...
                        non è: faccio o non faccio una società offshore...

                        la prima "Condicio sine qua non" e che tu ti preoccupi di:
                        portare a >0
                        (in fisica si dice tendente a zero)

                        il tuo CdC alias

                        "coefficiente di costrizione"

                        (prima o poi mi daranno il Premio Nobel, per aver definito per primo questo concetto di fisica-fiscale)

                        < usa la funzione in alto a destra http://www.paradisi-fiscali.com/search.php

                        Parole Chiave: "coefficiente di costrizione" > .... poi ne parliamo !!


                        lo 0 ha una proprietà unica rispetto a tutti gli altri numeri: lo puoi moltiplicare per qualunque altro numero (anche il coefficiente degli studi settore) ti risulterà sempre e solo = 0



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                        • #13
                          Originariamente Scritto da Edmond_Dantès Visualizza Messaggio




                          per come l'hai messa giù... 2 + 2 = 4 tutto filerebbe liscio in un paese "normale"...

                          il punto è che "Italy is not normal place"... non è che quando ti vengono a trovare i GdF o ti chiama il direttore di Ag. d. Entrate
                          di Treviso o Bergamo... fili tutto così liscio.... non per difendere il tuo commercialista, che sicuramente fino ad oggi non ha capito un cazzo delle tue esigenze e di come gira il mondo, ovvero lo ha capito troppo bene ma gli va alla grande così ( come ti incula lo stato, a seguire lo fa pure lui), e se te ne vai ai Caribi certamente perde una fonte di reddito!

                          come, se leggi i miei post da un anno a sta parte, ho ampliamene esposto.... dato che l'Italia non è assolutamente uno stato di diritto... l'imprenditore in Italia, non importa se è onesto o meno, è, per la casta ed il suo apparto, una mucca da mungere, fino a che possibile, poi diventa carne da macello... su cui ci si può accanire con ferocia inaudita....

                          possono metterti in ginocchio te e la tua azienda come e quando vogliono... addirittura arrestarti, senza prove e senza motivi seri.. vedi i Riva e financo Berlusconi...



                          se dei al Sud.... nessun problema... paghi il tuo pizzo e campi 100 anni

                          se sei al Nord e non paghi la tangentona alla casta (finanzieri per primi) hai due alternative...

                          A) chiudere tutto, ed emigrare (vivamente consigliata).

                          B) trasferirti con l'azienda sotto il parallelo di Latina....

                          non sto esagerando: leggiti o fatti spiegare dal tuo comm. le nuove leggi entrate in vigore contro le società che non fanno utili !!
                          in Italy.... non è più concesso all'imprenditore/impresa di non fare utili nella misura in cui sta bene a loro (studi di settore)
                          Io la mia Srl l'ho messa in liquidazione al 31/12/2011 e ne sono felice...




                          sei disposto a guardare negli occhi il direttore Ag. d E. che ti dice :
                          "...lei quest' anno ci deve dare 90.000€ in più di quelli che ha versato !"
                          ed alla tua risposta... "in base a cosa?" ... "ai nostri studi di settore!"... "ma nella contabilità avete rilevato qualche anomalia?"
                          ...." No, ma lei ce li darà lo stesso"... (fatti realmente accaduti al sottoscritto, ad oggi Equitalia pretende da me 350'000€).



                          la prima domanda che devi porti...
                          non è: faccio o non faccio una società offshore...

                          la prima "Condicio sine qua non" e che tu ti preoccupi di:
                          portare a >0
                          (in fisica si dice tendente a zero)

                          il tuo CdC alias

                          "coefficiente di costrizione"

                          (prima o poi mi daranno il Premio Nobel, per aver definito per primo questo concetto di fisica-fiscale)

                          < usa la funzione in alto a destra http://www.paradisi-fiscali.com/search.php

                          Parole Chiave: "coefficiente di costrizione" > .... poi ne parliamo !!


                          lo 0 ha una proprietà unica rispetto a tutti gli altri numeri: lo puoi moltiplicare per qualunque altro numero (anche il coefficiente degli studi settore) ti risulterà sempre e solo = 0



                          ..parfaitement d'accord !
                          Bye > ODF

                          Comment


                          • #14
                            Comprendo le perplessità del nostro gottuso. Per stare più tranquilli sarebbe meglio differenziare le fatturazioni.

                            Comment


                            • #15
                              Originariamente Scritto da avv.pallini Visualizza Messaggio
                              Comprendo le perplessità del nostro gottuso. Per stare più tranquilli sarebbe meglio differenziare le fatturazioni.
                              giusto, è sempre meglio piantare più bandiere possibili !!
                              Last edited by David; 04/12/2013, 08:28.
                              I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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