come faccio a entrare in contatto con la TGH Abogados o avere una loro email? grazie
come faccio a entrare in contatto con lo studio TGH Abogados di Panama per sapere la trafila per aprire una societá e conto corrente e per sapere se vi é qualche banca che fa transazioni con il sistema SWIFT MT103 SPP PROTOCOL.
Grazie per la solerte risposta la mia email é [email]xxxxxxxxxxx/email]
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Esperienza Positiva con la TGH Abogados e riflessioni offshore
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Guest repliedOriginariamente Scritto da stefano33 Visualizza MessaggioScusa se riesumo questo vecchio forum io dovrei aprire una società con la tgh abogados tu che sei pratico di questo settore questa società di avvocati panamensi sono affidabili , perchè vogliono un pagamento tutto anticipato e vorrei informarmi se effettivamente svolgono il lavoro o sono una truffa , grazie
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fai magari una ricerca per quella società qui sul forum per leggere le impressioni e più pareri...
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ciao Escape
Originariamente Scritto da Escape Visualizza Messaggiosi concordo, è un attimo trovarsi dei conti intestati e non saperne nulla... bisogna stare molto, ma molto attenti..
Scusa se riesumo questo vecchio forum io dovrei aprire una società con la tgh abogados tu che sei pratico di questo settore questa società di avvocati panamensi sono affidabili , perchè vogliono un pagamento tutto anticipato e vorrei informarmi se effettivamente svolgono il lavoro o sono una truffa , grazie
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Originariamente Scritto da Jorge Visualizza Messaggio
Generali cede la banca svizzera Bsi, trovato l'accordo con Btg ...
www.ilsole24ore.com/.../generali-cede-banca-svizzera-bsi-trovato-accordo-...
E=giusA Proposito potrebbe interessare
Che ne sarà dell‘industria finanziaria svizzera, assediata in casa propria da tutto l’Occidente che pretende trasparenza nei conti bancari? Gli americani sono già passati dalle parole ai fatti poche settimane fa con una mega multa da 2,6 miliardi di dollari a carico del al Crédit Suisse, accusato di aver fatto ponti d’oro agli evasori fiscali statunitensi. Il pressing per la verità, era già iniziato nel 2009, quando Ubs, l’altro grande istituto rossocrociato, aveva patteggiato con il governo di Washington una sanzione di 760 milioni. Da questa parte dell’Atlantico la musica è diversa. Niente diplomazia da cow-boy, dalle nostre parti.
L’Europa si muove a piccoli passi, ma la strada ormai è segnata. In questi anni gli standard di trasparenza adottati dai maggiori istituti di credito elvetici sono molto aumentati rispetto al passato recente. E anche se pare dificile che la Svizzera ammaini una volta per tutte e in breve tempo la bandiera del segreto bancario,
Berna sarà costretta a fornire un numero sempre maggiori di informazioni alle autorità straniere che indagano
sui casi di evasione fiscale. I banchieri elvetici sostengono che nel lungo periodo l’industria del credito ha tutto
da guadagnare da questa svolta.
Affari puliti vuol dire più affari, si racconta da Zurigo a Ginevra fino a Lugano, tradizionale rifugio dei capitali in fuga dal fisco italiano. Belle parole, certo. Dichiarazioni di principio, che servono ad allentare la tensione in vista di quello che buona parte dell’opinione pubblica elvetica considera niente altro che un salto nel vuoto.
Nel fratempo però, assediate in patria, le banche svizzere cercano spazi nuovi all’estero. Possibilmente in Paesi dove le regole sulla trasparenza in materia creditizia e societaria sono ancora lontane dagli standard europei. Sarà un caso, oppure no, ma pochi mesi fa, a febbraio, la Banca della Svizzera Italiana, in sigla Bsi, ha ottenuto la licenza per operare a Panama.
Nel paese del Centro America hanno sede migliaia di società che fanno capo a investitori europei e statunitensi, ben felici di sfruttare una lunga serie di esenzioni fiscali garantite ai residenti di nazionalità straniera sui redditi guadagnati all’estero. Anche Panama negli ultimi anni ha migliorato i propri strandard di trasparenza, ma i margini di manovra restano comunque molto più ampi rispetto a quelli svizzeri. Ed ecco che alcuni dei maggiori istituti elvetici (Ubs, Julius Baer, Pkb) rafforzano le loro attività nel Paese del Canale. Tra questi, appunto, anche la ticinese Bsi, che fa capo alle Generali di Trieste. Perché se è vero
che il segreto bancario ha i giorni contati, un posto al sole nei paradisi fiscali può allungare la vita (e aumentare i profitti) delle banche svizzere.
la bsi a panama già c'era da anni. i brasiliani l'hanno aquisita mesi fa
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BSI brasiliana: .
Generali cede la banca svizzera Bsi, trovato l'accordo con Btg ...
www.ilsole24ore.com/.../generali-cede-banca-svizzera-bsi-trovato-accordo-...
E=giusA Proposito potrebbe interessare
Che ne sarà dell‘industria finanziaria svizzera, assediata in casa propria da tutto l’Occidente che pretende trasparenza nei conti bancari? Gli americani sono già passati dalle parole ai fatti poche settimane fa con una mega multa da 2,6 miliardi di dollari a carico del al Crédit Suisse, accusato di aver fatto ponti d’oro agli evasori fiscali statunitensi. Il pressing per la verità, era già iniziato nel 2009, quando Ubs, l’altro grande istituto rossocrociato, aveva patteggiato con il governo di Washington una sanzione di 760 milioni. Da questa parte dell’Atlantico la musica è diversa. Niente diplomazia da cow-boy, dalle nostre parti.
L’Europa si muove a piccoli passi, ma la strada ormai è segnata. In questi anni gli standard di trasparenza adottati dai maggiori istituti di credito elvetici sono molto aumentati rispetto al passato recente. E anche se pare dificile che la Svizzera ammaini una volta per tutte e in breve tempo la bandiera del segreto bancario,
Berna sarà costretta a fornire un numero sempre maggiori di informazioni alle autorità straniere che indagano
sui casi di evasione fiscale. I banchieri elvetici sostengono che nel lungo periodo l’industria del credito ha tutto
da guadagnare da questa svolta.
Affari puliti vuol dire più affari, si racconta da Zurigo a Ginevra fino a Lugano, tradizionale rifugio dei capitali in fuga dal fisco italiano. Belle parole, certo. Dichiarazioni di principio, che servono ad allentare la tensione in vista di quello che buona parte dell’opinione pubblica elvetica considera niente altro che un salto nel vuoto.
Nel fratempo però, assediate in patria, le banche svizzere cercano spazi nuovi all’estero. Possibilmente in Paesi dove le regole sulla trasparenza in materia creditizia e societaria sono ancora lontane dagli standard europei. Sarà un caso, oppure no, ma pochi mesi fa, a febbraio, la Banca della Svizzera Italiana, in sigla Bsi, ha ottenuto la licenza per operare a Panama.
Nel paese del Centro America hanno sede migliaia di società che fanno capo a investitori europei e statunitensi, ben felici di sfruttare una lunga serie di esenzioni fiscali garantite ai residenti di nazionalità straniera sui redditi guadagnati all’estero. Anche Panama negli ultimi anni ha migliorato i propri strandard di trasparenza, ma i margini di manovra restano comunque molto più ampi rispetto a quelli svizzeri. Ed ecco che alcuni dei maggiori istituti elvetici (Ubs, Julius Baer, Pkb) rafforzano le loro attività nel Paese del Canale. Tra questi, appunto, anche la ticinese Bsi, che fa capo alle Generali di Trieste. Perché se è vero
che il segreto bancario ha i giorni contati, un posto al sole nei paradisi fiscali può allungare la vita (e aumentare i profitti) delle banche svizzere.[/QUOTE]
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Inoltre tutti conoscono a sede delle Generali presso la Omonima torre Generali di Panama Unknown.jpeggenerali8lq.jpg
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A Proposito potrebbe interessare
Che ne sarà dell‘industria finanziaria svizzera, assediata in casa propria da tutto l’Occidente che pretende trasparenza nei conti bancari? Gli americani sono già passati dalle parole ai fatti poche settimane fa con una mega multa da 2,6 miliardi di dollari a carico del al Crédit Suisse, accusato di aver fatto ponti d’oro agli evasori fiscali statunitensi. Il pressing per la verità, era già iniziato nel 2009, quando Ubs, l’altro grande istituto rossocrociato, aveva patteggiato con il governo di Washington una sanzione di 760 milioni. Da questa parte dell’Atlantico la musica è diversa. Niente diplomazia da cow-boy, dalle nostre parti.
L’Europa si muove a piccoli passi, ma la strada ormai è segnata. In questi anni gli standard di trasparenza adottati dai maggiori istituti di credito elvetici sono molto aumentati rispetto al passato recente. E anche se pare dificile che la Svizzera ammaini una volta per tutte e in breve tempo la bandiera del segreto bancario,
Berna sarà costretta a fornire un numero sempre maggiori di informazioni alle autorità straniere che indagano
sui casi di evasione fiscale. I banchieri elvetici sostengono che nel lungo periodo l’industria del credito ha tutto
da guadagnare da questa svolta.
Affari puliti vuol dire più affari, si racconta da Zurigo a Ginevra fino a Lugano, tradizionale rifugio dei capitali in fuga dal fisco italiano. Belle parole, certo. Dichiarazioni di principio, che servono ad allentare la tensione in vista di quello che buona parte dell’opinione pubblica elvetica considera niente altro che un salto nel vuoto.
Nel fratempo però, assediate in patria, le banche svizzere cercano spazi nuovi all’estero. Possibilmente in Paesi dove le regole sulla trasparenza in materia creditizia e societaria sono ancora lontane dagli standard europei. Sarà un caso, oppure no, ma pochi mesi fa, a febbraio, la Banca della Svizzera Italiana, in sigla Bsi, ha ottenuto la licenza per operare a Panama.
Nel paese del Centro America hanno sede migliaia di società che fanno capo a investitori europei e statunitensi, ben felici di sfruttare una lunga serie di esenzioni fiscali garantite ai residenti di nazionalità straniera sui redditi guadagnati all’estero. Anche Panama negli ultimi anni ha migliorato i propri strandard di trasparenza, ma i margini di manovra restano comunque molto più ampi rispetto a quelli svizzeri. Ed ecco che alcuni dei maggiori istituti elvetici (Ubs, Julius Baer, Pkb) rafforzano le loro attività nel Paese del Canale. Tra questi, appunto, anche la ticinese Bsi, che fa capo alle Generali di Trieste. Perché se è vero
che il segreto bancario ha i giorni contati, un posto al sole nei paradisi fiscali può allungare la vita (e aumentare i profitti) delle banche svizzere.
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Originariamente Scritto da Businesz Visualizza MessaggioSalve leggo il post e dico subito, che la And Bank non richiede il deposito azioni a tutti.La And Bank richiede il deposito anche presso studio.Inoltre Afratton, le Banche te lo aprono da residente poichè lo fanno i legali con prova di tramite iniziato.Lo so perchè ho usato la TGH anche io 5 anni fa.Il conto viene aperto come residente panamense poichè il legale mostra una prova di pratica residenziale iniziata, 3 giorni dopo viene trasmessa copia di carnet residenziale alla banca.
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si concordo, è un attimo trovarsi dei conti intestati e non saperne nulla... bisogna stare molto, ma molto attenti..
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Infatti lo dico a chi cerca di aprire un conto in Belize o che già lo ha che si discute qua di voler evitare altre aperture tra un anno a distanza e di procedere a verifiche della vecchia clientela per evitare la continuazione di collaborazione con probabili conti fake..Si richederà la presenza fisica anche di molti clienti vecchi che mai hanno messo piede in Belize,.... conti fake o meglio reali ma aperti da soggetti in possesso di documenti altrui.. cosa che Afratton ed Escape concorderanno, se non ci si affida alla persona giusta, nel nostro ambiente risulta un rischio non indifferente
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Altre Banche a Panama le chiedono custodite in Banca.Comunque alla fine della fiera l' utente ITconsult ha fatto tutto bene, non biasimarlo perchè ha discusso la sua esperienza con un noto e consciuto studio?, suvvia.. altri hanno i propri siti scritti in firma..Ed infine gli utenti cercano recensioni di servizi altrimenti come fidarsi? Afratton comunque l' utente IT Consult non doveva richiedere le azioni al portatore, visto che comunque tra 14-16 mesi probabilmente non esisteranno più a Panama ,e credo che lo studio abbia effettivamente evitato un inutile futura spesa al cliente a non volerle produrre.E'da questi particolari che si nota e giudica la lungimiranza di uno studio..anche io dal Belize tramite il mio studio non le diamo a nessuno le azioni al portatore, ormai qui nessuna banca le accetta più volentieri, non solo tra un annetto la pacchia di aprire conti a distanza in Belize finirà
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Se lo apri da te invece.. rischi di aprirlo come conto internazionale
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Salve leggo il post e dico subito, che la And Bank non richiede il deposito azioni a tutti.La And Bank richiede il deposito anche presso studio.Inoltre Afratton, le Banche te lo aprono da residente poichè lo fanno i legali con prova di tramite iniziato.Lo so perchè ho usato la TGH anche io 5 anni fa.Il conto viene aperto come residente panamense poichè il legale mostra una prova di pratica residenziale iniziata, 3 giorni dopo viene trasmessa copia di carnet residenziale alla banca.
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Ha ragione Escape, caro ITconsult accà a Bolzano nisciuno è fesso. Panama oggi ha solo l'utilità delle azioni al portatore. Io andrei li con i documenti , compresi quelli dei 3 fessi (segretario, presidente ecc.) comprerei una societa al prezzo minimo di mercato e poi con le azioni in mano me ne andrei altrove ad aprire il conto, u questo sito si può sceglere tra eccellenti opzioni. C'è poi l'alternativa Belize che ha più prospettive in futuro.
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