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[INFO] Dove conviene aprire un c/c bancario per gestire attività in Italia

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  • [INFO] Dove conviene aprire un c/c bancario per gestire attività in Italia

    Salve a tutti,




    butto giù due righe per farVi capire la Mia situazione attuale e le future intenzioni...
    Ho aperto ormai circa 3 anni fa una ditta individuale grazie alla quale sto operando su tutto il territorio italiano tramite servizi alle aziende (consulenza ed erogazione di quanto richiesto) fornendo e ricevendo regolari fatture anno per anno.
    Mi chiedevo se conviene chiudere questa ed aprire una società estera (LTD???) continuando ad operare sul territorio italiano con c/c magari estero su iban nostrano (si può fare per non creare "mal di pancia" anticipati, ai clienti ???)
    Sto pensando poi dopo l'estate di investire su di un locale (in gestione), con qualche socio, ma vorrei evitare la tassazione asfissiante dell' italia, magari pagando le imposte di un altro paese grazie ad un'unita locale o sede secondaria (boh?!?).
    Ad oggi son soltanto idee ma che in minima parte in un futuro non troppo lontano potrebbero divenire realtà, magari grazie ad un Vostro aiuto nel chiarirmi meglio le idee in primis...
    Saluti, Piè

  • #2
    Quello che generi in Italia ci devi pagare le tasse italiane puoi avere la societa' dove vuoi e per operare in pianta stabile sul territorio italiano devi essere accreditato presso l' Agenzia delle Entrate per poter emettere scontrini o fattura. Ancora non lo avete capito. Ma scusa e' logico secondo te che tu magari apri un bar ad esempio Milano, tu operando con una LTD paghi le tasse inglesi e il panettiere vicino a te paga perche magari ti credi piu' furbo le tasse italiane.Sveglia!!!!
    Last edited by vicking; 08/07/2013, 16:18.

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    • #3
      Aggiungerei che pensare di investire su di un locale ,oggi , oltretutto con dei soci ( e magari a lavorare ci mettete dei dipendenti e voi fate PR ) è follia pura .

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      • #4
        A meno che non assumi me che ti preparo dei liquori da vendere sottobanco e solo con quelli mandi avanti un impero di ubriaconi ... in tal caso consiglio Irlanda che è un suolo fertile in questo senso

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        • #5
          Originariamente Scritto da Piè Visualizza Messaggio
          Salve a tutti,
          butto giù due righe per farVi capire la Mia situazione attuale e le future intenzioni...
          Ho aperto ormai circa 3 anni fa una ditta individuale grazie alla quale sto operando su tutto il territorio italiano tramite servizi alle aziende (consulenza ed erogazione di quanto richiesto) fornendo e ricevendo regolari fatture anno per anno.
          Mi chiedevo se conviene chiudere questa ed aprire una società estera (LTD???) continuando ad operare sul territorio italiano con c/c magari estero su iban nostrano (si può fare per non creare "mal di pancia" anticipati, ai clienti ???)
          Secondo che tipo di consulenza offri può essere proposta o meno dall'estero. La cosa migliore è allargare (o almeno tentare di allargare) il mercato a livello internazionale se vuoi imprendere con una società estera.

          CC estero e iban nostrano? è una cosa che non torna. un CC estero se in europa ha un iban del paese in cui è localizzato l'istituto bancario di riferimento. Meglio fare banking fuori europa se possibile. Le aziende si adeguano, non devi per forza offrire il conto nella banca dietro casa. La tua azienda ha il diritto e il dovere (per salvaguardare il proprio benessere) di fare banking dove meglio crede e ritiene opportuno.

          Originariamente Scritto da Piè Visualizza Messaggio
          Sto pensando poi dopo l'estate di investire su di un locale (in gestione), con qualche socio, ma vorrei evitare la tassazione asfissiante dell' italia, magari pagando le imposte di un altro paese grazie ad un'unita locale o sede secondaria (boh?!?).
          Ad oggi son soltanto idee ma che in minima parte in un futuro non troppo lontano potrebbero divenire realtà, magari grazie ad un Vostro aiuto nel chiarirmi meglio le idee in primis...
          Se si tratta di un locale, di un esercizio commerciale locale, difficilmente riuscirai a pagare le tasse in un altro paese. L'unica sicurezza che oggi c'è sul territorio italiano aprendo un "locale" è quello di chiudere la saracinesca la sera, senza la sicurezza di poterla riaprire la mattina.

          Se hai qualche soldo da parte prendi un biglietto round-the-world http://www.staralliance.com/en/fares...he-world-fare/ e vai in cerca di opportunità in mercati più fiorenti!

          good luck!
          I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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          • #6
            Se l'attività viene svolta sul suolo della repubblica italiane le tasse si pagano in Italia.
            Anche operando come società estera dovrai comunque scegliere se:
            creare una branch
            nominare un rappresentate fiscale
            creare una stabile organizzazione.
            Le norme fiscali sono diverse da quelle civilistiche.
            Le strutture offshore sono adeguate in altre situazione, purtroppo non nel tuo caso

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            • #7
              penso tu abbia le idee un tantino confuse,
              -società italiana
              -conto italiano
              -fatture italiane
              LE TASSE LE DEVI PAGARE IN ITALIA
              poi solitamente si fa l'inverso si apre all'estero e si fa succursale in Italia (su cui cmq devi pagare le tasse)
              poi ogni business ha le sue regole

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              • #8
                Buon giorno, attenzione non e tutto corretto quello che leggo. Innanzitutto se la tua ditta o società e di consulenza può avere sede ovunque , le fatture effettuate a ditta non implicano che tu hai effettuato lavori "fisici" nello stato, molte ditte che conosco la sede legale è in EU e aprono un ufficio di supporto in italia, dato che il lavoro effettivo viene svolto fuori italia pagano le tasse dello stato ospite. Solo se superi € 30.000 per fatturazione a privato sei costretto ad avvertire le agenzie di entrata e aprire un filiale con responsabile di zona iscritto con p.i.v.a. e cc.

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                • #9
                  Lasciate ogni speranza o voi che rimanete ! copio e incollo....

                  Originariamente Scritto da Piè Visualizza Messaggio
                  Salve a tutti,




                  butto giù due righe per farVi capire la Mia situazione attuale e le future intenzioni...
                  Ho aperto ormai circa 3 anni fa una ditta individuale grazie alla quale sto operando su tutto il territorio italiano tramite servizi alle aziende (consulenza ed erogazione di quanto richiesto) fornendo e ricevendo regolari fatture anno per anno.
                  Mi chiedevo se conviene chiudere questa ed aprire una società estera (LTD???) continuando ad operare sul territorio italiano con c/c magari estero su iban nostrano (si può fare per non creare "mal di pancia" anticipati, ai clienti ???)
                  Sto pensando poi dopo l'estate di investire su di un locale (in gestione), con qualche socio, ma vorrei evitare la tassazione asfissiante dell' italia, magari pagando le imposte di un altro paese grazie ad un'unita locale o sede secondaria (boh?!?).
                  Ad oggi son soltanto idee ma che in minima parte in un futuro non troppo lontano potrebbero divenire realtà, magari grazie ad un Vostro aiuto nel chiarirmi meglio le idee in primis...
                  Saluti, Piè


                  Ecco il piano di Befera per combattere l’evasione fiscale



                  di REDAZIONE
                  Mappa delle diverse macro-tipologie di contribuenti e risk analysis mirate; interventi coerenti con i sistemi di analisi; contrasto dei fenomeni di evasione ed elusione piu’ pericolosi e diffusi; controlli ancora migliori sul piano della qualita’. Il tutto, sotto il segno di una costante collaborazione e coordinamento con la Guardia di Finanza e con gli altri enti coinvolti nel recupero dell’evasione. Con la circolare di oggi dell’Agenzia delle Entarte, il Fisco alza il sipario sulle strategie di prevenzione e contrasto all’evasione 2013 e detta gli indirizzi operativi alle sue strutture regionali e provinciali.
                  L’obiettivo e’ migliorare ulteriormente la qualita’ dei risultati conseguiti negli anni precedenti per alzare l’asticella dell’importo mediano delle maggiori imposte accertate e definite. Grandi contribuenti, imprese di medie dimensioni, imprese minori e lavoratori autonomi, soggetti che beneficiano di regimi agevolati (come per esempio enti non commerciali, onlus e societa’ cooperative) e persone fisiche: a queste platee, nel 2013, l’Agenzia delle Entrate dedica attivita’ di controllo ad hoc, cui si affiancano le attivita’ trasversali come quelle antifrode, di contrasto all’evasione internazionale e in materia di riscossione.
                  Sono 3.200 i “big” sottoposti al tutoraggio del Fisco nel 2013. La strategia, che consiste in un monitoraggio costante del comportamento fiscale di questi soggetti da parte di strutture dedicate dell’Agenzia (cosi’ da individuare tempestivamente fattori di rischio come fenomeni di pianificazione fiscale aggressiva), ha consentito di raggiungere risultati importanti sia dal punto di vista dell’azione di contrasto all’evasione e all’elusione sia rispetto al livello di adempimento spontaneo. Ad ampliare il raggio di azione, il progetto pilota sul “Regime di adempimento collaborativo”, avviato dall’Agenzia a fine giugno, che mira a ridefinire i rapporti tra Amministrazione e grandi imprese, in coerenza con le piu’ importanti esperienze internazionali e con le indicazioni Ocse.
                  Potenziare le attivita’ di controllo e migliorarne la proficuita’: con questi indirizzi l’Agenzia delle Entrate guarda alle imprese di medie dimensioni. A questo scopo, la circolare sottolinea la necessita’ di uno stretto coordinamento da parte delle Direzioni regionali, che dovranno supervisionare le analisi di rischio soprattutto sulle imprese medio-grandi (con fatturato superiore ai 25 milioni di euro), anche tramite l’immissione di personale esperto degli uffici regionali negli uffici controlli provinciali e un sempre piu’ stretto coordinamento con la Guardia di Finanza. Il tutto con l’ausilio di Radar e del nuovo Asso, una vera e propria banca dati dei soci delle imprese di medie dimensioni. Strategia che vince non si cambia: i risultati delle attivita’ di controllo realizzate nel 2012 hanno confermato un trend positivo con riferimento alla qualita’ dei controlli. Segno che le analisi di rischio, frutto di procedure e liste di ausilio all’accertamento, hanno colpito nel segno in maniera mirata. Restano quindi ferme le indicazioni gia’ diramate agli uffici, in cui e’ posto l’accento sulla necessita’ di selezionare soggetti con attivita’ economiche strutturate e non marginali, che operano da piu’ anni, o soggetti che svolgono di fatto attivita’ economiche in maniera totalmente irregolare. Con riferimento ai controlli sulla platea dei lavoratori autonomi, la circolare ribadisce l’opportunita’ di fare ricorso alle indagini finanziarie. Questo strumento, in ogni caso, dovra’ essere utilizzato solo a valle di una attenta attivita’ di analisi del rischio dalla quale emergano, soprattutto su un trend di anni, significative anomalie.
                  Sul fronte dei controlli su enti non commerciali, organizzazioni non lucrative di utilita’ sociale (onlus) e altri soggetti che beneficiano di agevolazioni, la circolare sottolinea che, nel 2013, occorre consolidare i risultati positivi ottenuti nell’ultimo triennio. Intercettare chi abusa dei regimi agevolati, infatti, serve non solo a recuperare maggiori imposte evase, ma anche migliorare l’effetto deterrenza. Controlli formali (36 ter), accertamenti parziali automatizzati, controlli ordinari da liste selettive. Al ventaglio di strumenti a disposizione del Fisco si aggiunge, nel 2013, il nuovo accertamento sintetico (cd. redditometro) applicabile per i controlli relativi all’anno d’imposta 2009 e successivi. A questo proposito, la circolare ricorda che il nuovo strumento (che mette a confronto la spesa complessiva del contribuente con il reddito dichiarato) attribuisce particolare importanza al momento di confronto con il contribuente, attraverso il contraddittorio previsto per legge, e che, nella selezione dei contribuenti a maggior rischio di evasione, saranno presi in considerazione solo spese e dati certi, non compatibili con il reddito dichiarato.



                  Davanti a preponderanti forze nemiche.... L'unica difesa è la fuga !



                  se mi scrivi in privato ti do le coordinate latitudine longitudine da inserire nel navigatore satellitare per raggiungere Tortuga Stronghold

                  è più vicina di quanto tu creda...

                  unisciti alla confraternita dei “Fratelli della Costa”....

                  qui filibustieri e bucanieri sono bene accolti...

                  e non sarai solo in terra straniera, potenzialmente ostile....

                  Siamo gia diversi... ognuno rispetta la libertà ed autonomia altrui...
                  ( ognuno si fa i cazzi suoi ma ci si difende, se occorre, uniti )

                  saresti il 4° Moschettiere !

                  le mura sono solide e fuori dal tiro delle artiglierie Italiane...

                  elemento da non trascurare: il vino è ottimo ed abbondante e...

                  belle donne... ( se non ci credete, chiedete conferma ad afraton ! )

                  a presto ...

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                  • #10
                    Originariamente Scritto da Davide-SO Visualizza Messaggio
                    Buon giorno, attenzione non e tutto corretto quello che leggo. Innanzitutto se la tua ditta o società e di consulenza può avere sede ovunque , le fatture effettuate a ditta non implicano che tu hai effettuato lavori "fisici" nello stato,
                    In teoria si può fare tutto, in pratica non è così semplice come viene messa. Dipende MOLTO da COME si struttura sia la società che la modalità lavorativa.

                    molte ditte che conosco la sede legale è in EU e aprono un ufficio di supporto in italia, dato che il lavoro effettivo viene svolto fuori italia pagano le tasse dello stato ospite. Solo se superi € 30.000 per fatturazione a privato sei costretto ad avvertire le agenzie di entrata e aprire un filiale con responsabile di zona iscritto con p.i.v.a. e cc.
                    a stare in un altro stato EU non ci si guadagna molto, a parte un paio di eccezioni. E' più interessante operare da fuoi EU, almeno ogni volta che è possibile.
                    I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

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                    • #11
                      Con una LLc Delaware potrebbe sfruttare il trattato fiscale Italia - Usa e fare il giochetto delle spese di regia, però per fare questo serve:

                      1) Società Usa con nominee a monte
                      2) C/c bancario Usa
                      3) Succursale Italia
                      4) Rappresentante fiscale che potrebbe sempre essere il nominee inserito a monte

                      In questo modo a fine anno si manda una parte dei ricavi alla casa madre, in cui si pagheranno le tasse Usa, e sul resto rimanente in Italia si pagheranno le tasse in Italia.

                      In questo modo c'è un buon risparmio fiscale, e se la struttura societaria è ben configurata anche in caso di controlli fanno molta fatica a dimostrare il reale beneficiario della società.

                      Comment


                      • #12
                        Originariamente Scritto da Escape Visualizza Messaggio
                        Con una LLc Delaware potrebbe sfruttare il trattato fiscale Italia - Usa e fare il giochetto delle spese di regia, però per fare questo serve:

                        1) Società Usa con nominee a monte
                        2) C/c bancario Usa
                        3) Succursale Italia
                        4) Rappresentante fiscale che potrebbe sempre essere il nominee inserito a monte

                        In questo modo a fine anno si manda una parte dei ricavi alla casa madre, in cui si pagheranno le tasse Usa, e sul resto rimanente in Italia si pagheranno le tasse in Italia.

                        In questo modo c'è un buon risparmio fiscale, e se la struttura societaria è ben configurata anche in caso di controlli fanno molta fatica a dimostrare il reale beneficiario della società.
                        concordo con Escape, se ci sono margini (di fatturato) per mettere in piedi una struttura del genere può valer la pena fare tutto seguendo questo schema.

                        Se invece non si ha un'idea esatta dei margini che si andranno a ricavare e parliamo di una startup allora può valer la pena iniziare totalmente "dall'estero" e andare a costituire unità locali, se necessario, eventualmente anche in futuro.

                        per esempio se si usano società europee e si studiano esattamente i DTA allora è possibile notare che molte volte (a chi interessa ovviamente) si può addirittura detenere un magazzino sul territorio di un detto altro stato che si occupi di ricevere, sballare, rimpacchettare e spedire la merce al cliente finale, senza che per forza si debba identificare uan stabile costituzione sul territorio.

                        Quindi in questo caso la società rimane estera e paga le tasse all'estero, ma può detenere magazzino di gestione presso lo stato estero senza pagare imponibile in loco.

                        direi che la cosa comincia a farsi interessante..
                        I problemi non possono essere risolti allo stesso livello di conoscenza che li ha creati. Albert Einstein.

                        Comment


                        • #13
                          Originariamente Scritto da David Visualizza Messaggio
                          concordo con Escape, se ci sono margini (di fatturato) per mettere in piedi una struttura del genere può valer la pena fare tutto seguendo questo schema.

                          Se invece non si ha un'idea esatta dei margini che si andranno a ricavare e parliamo di una startup allora può valer la pena iniziare totalmente "dall'estero" e andare a costituire unità locali, se necessario, eventualmente anche in futuro.

                          per esempio se si usano società europee e si studiano esattamente i DTA allora è possibile notare che molte volte (a chi interessa ovviamente) si può addirittura detenere un magazzino sul territorio di un detto altro stato che si occupi di ricevere, sballare, rimpacchettare e spedire la merce al cliente finale, senza che per forza si debba identificare uan stabile costituzione sul territorio.

                          Quindi in questo caso la società rimane estera e paga le tasse all'estero, ma può detenere magazzino di gestione presso lo stato estero senza pagare imponibile in loco.

                          direi che la cosa comincia a farsi interessante..



                          concordo

                          magari ridurre al minimo possibile le spese della struttura ".IT " e compatibilmente gli utili della stessa (per non cozzare contro gli studi di settore), scaricando fatturato, (nuovi clienti ) su una consociata estera (sull'esempio di "Multiplo", ci sono parecchie possibilità ) senza partire subito con spese folli ed in futuro:
                          regolarsi progressivamente in base alle risorse.... se le cose vanno bene, a medio termine si crea un assetto multinazionale Ad hoc, ben strutturato, con tutti i crismi ed inattaccabile al 100%...
                          Il momento politico/ economico non incentiva a fare grandi investimenti.... con le previsioni di crescita attuali/future...
                          se poi fatturate più di 100mila€... non so cosa aspettate ???


                          ulteriori suggerimenti in MP... se vi interessa...

                          date un occhiata alla nostra offerta
                          "Low.com"

                          http://www.paradisi-fiscali.com/10-a...ll=1#post14261



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                          • #14
                            Doc, le succursali di società estere non sono soggette a studi di settore

                            Comment


                            • #15
                              Comunque quello che volva far intendere David è molto semplice:

                              si scappa dall'Italia direzione ------> Cipro

                              si apre LTD Cipriota con piccolo ufficio, basta un computer, adsl e stampante

                              Si individuano dropshipper esteri, tedeschi, francesi, inglesi, cinesi

                              Si allestisce un bel portale di vendo-tutto dedicato al mercato italiano, e si comincia a vendere in Italia

                              I dropshipper fatturano alla Ltd Cipriota, la Ltd Cipiota fattura ai clienti Italiani (privati) con Iva al 19% alle aziende in esenzione Iva (intrastat)

                              BENEFICI:
                              Clima e donne stupende, dicono che le Cipriote sono molto calde
                              Si pagano le tasse a Cipro 12,5%
                              Si fanculizza l'Italia (con somma soddisfazione)

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