Salve a tutti!
visto che sono nuovo premetto che ho letto l'intero forum e decine di siti prima di aprire questo tread.
Sono in procinto di avviare attività di vendita in dropshipping per il momento esclusivamente online di prodotti elettronici di consumo (fotocamere, autoradio, lettori audio/video, ecc..).
Io sono italiano, i fornitori che spediscono direttamente al cliente finale su mia ordinazione sono asiatici, l'area di vendita in buona parte l'Italia ma si spedisce in tutto il mondo.
la vendita avviene tramite sito online o altre piattaforme (ad es. ebay).
I clienti dovrebbero poter pagare tramite bonifico bancario, paypal, vaglia, postepay preferibilmente su conti italiani o europei.
Se io avviassi questa attività come una normale ditta individuale italiana, dovrei (correggetemi se sbaglio, sono tutt'altro che esperto):
1)aprire partita iva (gratuita)
2)iscrivermi alla camera di commercio (150 euro primo anno, 80 gli altri)
3)pagare inps circa 2.000 anno in scadenze trimestrali +commercialista 50 euro mese + dichiarazione+tassazione a seconda del reddito (circa 20% sul fatturato lordo realisticamente stimato in almeno 100.000 euro/anno, giusto?)
4)altro???
A spanne, circa il 40% del mio fatturato lordo se ne andrebbe allo stato, è corretto?
in pratica, a fronte di costi di avviamento praticamente nulli verrei poi strangolato dal fisco.
L'alternativa potrebbe essere una società in un paese UE a tassazione ridotta (svizzera, estonia, UK, Cipro...quale la migliore?) ma resta l'aspetto dell'esterovestizione della residenza fiscale da pianificare con estrema cautela.
Qualche consiglio?
Mi incuriosisce anche l'alternativa proposta sul sito paradisifiscali.org a questo link:
Quoto l'articolo del dott.Caporaso:
Pensate che una simile soluzione possa portare vantaggi nel mio caso?
Intendo:
1)Apertura società offshore (es. Panama)
2)Apertura succursale in Italia, per la quale io apparirei direttore stipendiato
Che problemi incontrerei nella normale gestione dei pagamenti? posso operare con conti italiani intestati alla succursale e da me gestiti?
Un'ultima questione non mi è chiara: il pagamento dell'IVA.
Se gli articoli vengono spediti direttamente al cliente dal fornitore asiatico alla dogana verrà applicato dazio e IVA che il cliente finale pagherà di tasca propria, a seconda del paese di residenza.
Quindi io in nessun caso non dovrei nulla allo stato, giusto?
Grazie in anticipo a chiunque voglia intervenire!!!
visto che sono nuovo premetto che ho letto l'intero forum e decine di siti prima di aprire questo tread.
Sono in procinto di avviare attività di vendita in dropshipping per il momento esclusivamente online di prodotti elettronici di consumo (fotocamere, autoradio, lettori audio/video, ecc..).
Io sono italiano, i fornitori che spediscono direttamente al cliente finale su mia ordinazione sono asiatici, l'area di vendita in buona parte l'Italia ma si spedisce in tutto il mondo.
la vendita avviene tramite sito online o altre piattaforme (ad es. ebay).
I clienti dovrebbero poter pagare tramite bonifico bancario, paypal, vaglia, postepay preferibilmente su conti italiani o europei.
Se io avviassi questa attività come una normale ditta individuale italiana, dovrei (correggetemi se sbaglio, sono tutt'altro che esperto):
1)aprire partita iva (gratuita)
2)iscrivermi alla camera di commercio (150 euro primo anno, 80 gli altri)
3)pagare inps circa 2.000 anno in scadenze trimestrali +commercialista 50 euro mese + dichiarazione+tassazione a seconda del reddito (circa 20% sul fatturato lordo realisticamente stimato in almeno 100.000 euro/anno, giusto?)
4)altro???
A spanne, circa il 40% del mio fatturato lordo se ne andrebbe allo stato, è corretto?
in pratica, a fronte di costi di avviamento praticamente nulli verrei poi strangolato dal fisco.
L'alternativa potrebbe essere una società in un paese UE a tassazione ridotta (svizzera, estonia, UK, Cipro...quale la migliore?) ma resta l'aspetto dell'esterovestizione della residenza fiscale da pianificare con estrema cautela.
Qualche consiglio?
Mi incuriosisce anche l'alternativa proposta sul sito paradisifiscali.org a questo link:
Quoto l'articolo del dott.Caporaso:
Quanto costa costituire una società in Italia? Una Srl vi costa € 2.700 + € 3.500 di spese notarili. Senza contare il capitale di 10 mila euro che va depositato.
Che ne direste se tutto ciò si potesse fare con solo € 2.000 e senza dover versare il capitale? In Italia é possibile operare legalmente registrando una succursale di una società di un paradiso fiscale all’Ufficio delle Entrate e alla Camera di Commercio. Con questo non si evadono le tasse ma si ottengono benefici finanziari e fiscali immediati e a lungo termine. I benefici economici immediati sono il costo che é di 1,100 Euro compreso il costo del notaio, avvocato e registro, e dal fatto che non é necessario versare il capitale sociale. A questo vanno aggiunti gli onorari di un commercialista italiano che dovrà registrare la società all’Ufficio delle Entrate e alla Camera di Commercio (in genere costa sui 500 euro), sará poi necessaria una traduzione giurata (altri 300 euro) che porteranno il costo totale a € 2.000
Bene la vostra società ha fatto il primo affare risparmiando € 4.200 sulla costituzione e non avendo dovuto depositare il capitale di 10 mila euro.
A questo punto avete una società legalmente registrata in Italia, con partita Iva ed ovviamente non inserita nella black list. Opererete e pagherete le tasse come una normale società italiana.
Le società offshore offrono inoltre l´anonimato dei soci quindi avete anche la possibilità di ridurre il tetto impositivo dei singoli soci, non dichiarando la proprietà. Nello statuto appaiono solamente 3 direttori e le azioni sono al portatore. Se il proprietario non desidera apparire i direttori vengono forniti dallo studio legale (il costo é di Euro 150 all´anno compreso nel prezzo iniziale) e viene fornita una delega generale notarile e apostillata (riconosciuta dal Ministero degli Esteri) al proprietario/azionista per potere amministrare la società, comprare, vendere, aprire conti bancari, aprire succursali, ecc. Il proprietario potrà inoltre stipendiarsi come direttore della succursale e ridurre ancora di più il netto tributabile.
Che ne direste se tutto ciò si potesse fare con solo € 2.000 e senza dover versare il capitale? In Italia é possibile operare legalmente registrando una succursale di una società di un paradiso fiscale all’Ufficio delle Entrate e alla Camera di Commercio. Con questo non si evadono le tasse ma si ottengono benefici finanziari e fiscali immediati e a lungo termine. I benefici economici immediati sono il costo che é di 1,100 Euro compreso il costo del notaio, avvocato e registro, e dal fatto che non é necessario versare il capitale sociale. A questo vanno aggiunti gli onorari di un commercialista italiano che dovrà registrare la società all’Ufficio delle Entrate e alla Camera di Commercio (in genere costa sui 500 euro), sará poi necessaria una traduzione giurata (altri 300 euro) che porteranno il costo totale a € 2.000
Bene la vostra società ha fatto il primo affare risparmiando € 4.200 sulla costituzione e non avendo dovuto depositare il capitale di 10 mila euro.
A questo punto avete una società legalmente registrata in Italia, con partita Iva ed ovviamente non inserita nella black list. Opererete e pagherete le tasse come una normale società italiana.
Le società offshore offrono inoltre l´anonimato dei soci quindi avete anche la possibilità di ridurre il tetto impositivo dei singoli soci, non dichiarando la proprietà. Nello statuto appaiono solamente 3 direttori e le azioni sono al portatore. Se il proprietario non desidera apparire i direttori vengono forniti dallo studio legale (il costo é di Euro 150 all´anno compreso nel prezzo iniziale) e viene fornita una delega generale notarile e apostillata (riconosciuta dal Ministero degli Esteri) al proprietario/azionista per potere amministrare la società, comprare, vendere, aprire conti bancari, aprire succursali, ecc. Il proprietario potrà inoltre stipendiarsi come direttore della succursale e ridurre ancora di più il netto tributabile.
Intendo:
1)Apertura società offshore (es. Panama)
2)Apertura succursale in Italia, per la quale io apparirei direttore stipendiato
Che problemi incontrerei nella normale gestione dei pagamenti? posso operare con conti italiani intestati alla succursale e da me gestiti?
Un'ultima questione non mi è chiara: il pagamento dell'IVA.
Se gli articoli vengono spediti direttamente al cliente dal fornitore asiatico alla dogana verrà applicato dazio e IVA che il cliente finale pagherà di tasca propria, a seconda del paese di residenza.
Quindi io in nessun caso non dovrei nulla allo stato, giusto?
Grazie in anticipo a chiunque voglia intervenire!!!
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