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cosa trasmettono all'ade?

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  • #31
    Oggi che sono un pò più tranquillo vedo un pò di chiarire i vari aspetti.

    Partiamo da un paio di presupposti. L’Art. 53 della Costituzione ci dice che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche”, per “tutti” si includono tutti i residenti ed i non residenti per quanto riguardano i redditi generati in Italia.

    Per la residenza come già scritto si deve far riferimento all’ art. 2 del TUIR; i non residenti con redditi prodotti in Italia potranno far valere l’eventuale DTA nel loro paese di residenza per scomputare quanto versato in Italia.

    In Italia vige il principio dell’auto-dichiarazione, quindi sta al contribuente presentare la dichiarazione annuale; l’Amministrazione eventualmente procedere a verifiche in caso di dati discordanti od omessa dichiarazione.

    Per presentare le dichiarazioni si usano il modello UNICO (p.iva) o 730 (PF), e tutti le devono presentare (anche a zero in mancanza di redditi); ovviamente i famigliari a carico la presentano per interposta persona di chi si fa carico di loro ( es: figli su dichiarazione genitori).

    Da qualche anno l’Agenzia Entrate predispone i modelli pre-compilati, attingendo alle informazioni fiscali, bancarie e finanziarie disponibili. Il contribuente deve quindi solo verificare i dati, confermarla e trasmetterla.

    Ora cerchiamo di mettere insieme i pezzi e vediamo cosa accade a seguito di trasferimento.

    Il nostro contribuente è iscritto all’anagrafe della popolazione residente di Milano, vive a casa dei genitori e presenta 730 annuale (che trova già pre-compilato nel suo cassetto fiscale).

    Prima dello scadere dei fatidici 182 giorni nel 2022 il contribuente decide di trasferirsi in Germania, ma lo fa senza comunicare nulla al suo comune né iscrivendosi AIRE una volta stabilitosi all'estero.

    Mi pare più che ovvio che se il contribuente non comunica di aver lasciato l’Italia, l’Amministrazione fiscale non può averne notizia autonomamente (come potrebbe?) e perciò genererà la dichiarazione pre-compilata come normalmente accade.

    Facendo una similitudine, se affittiamo un appartamento con il classico contratto residenziale, ma dopo 2 mesi ce ne andiamo senza comunicare nulla al proprietario, il contratto rimane in essere e noi dobbiamo continuare a pagare la mensilità.

    E’ compito del contribuente comunicare ogni sua variazione all’Amministrazione, come è suo compito dare disdetta di un contratto di affitto, chiudere le utenze e quant’altro.

    Nel caso dell’esempio il contribuente viveva con i genitori; val la pena ricordare che la tassa sui rifiuti urbani si paga in base al numero di componenti il nucleo famigliare, quindi non essendosi cancellato dall’anagrafe residente i genitori si trovano a pagare un importo maggiore del dovuto.

    Il fatto di pagare è una ulteriore conferma della residenza anche per il figlio espatriato.

    Ma arriviamo al 2023, anno in cui il contribuente dovrebbe presentare dichiarazione per il 2022, ma essendosi trasferito in Germania tira dritto per la sua strada e non presenta nulla.

    Lasciando ora perdere chi deve imporre la tassazione, il nostro contribuente è tenuto a presentare la dichiarazione in Italia per tutti i motivi già visti. La mancata presentazione porta al reato di omessa dichiarazione (art.5 D.lgs 74/2000), ed all’automatico accertamento d’ufficio.

    Tutto questo processo di ripeterà fintanto che il contribuente verrà cancellato dall’anagrafe della popolazione residente.

    Voglio infine ricordare che nel caso di violazioni penali-tributarie si incorre nel c.d. procedimento “a doppio binario” in cui procedimento amministrativo e penale procedono indipendenti ( e possono avere esiti diversi ).

    Se al contrario, il contribuente avesse provveduto diligentemente a cancellarsi dalla popolazione residente, iscrivendosi AIRE, nel 2023 si troverebbe comunque obbligato a presentazione dichiarazione in Italia per i redditi percepiti fino a trasferimento. Dal 2024, in assenza di redditi generati in Italia sarebbe definitivamente libero.

    Fate attenzione quindi, perché in ambito tributario vanno valutate anche e sopratutto le questioni penali.
    Last edited by Andy Fratton; 08/01/2022, 19:55.

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    • #32
      Vi segnalo a proposito della residenza delle persone fisiche il seguente volume (da integrare con le ultime novità normative e sentenze):




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      • #33
        Vi indico un link interessante che spiega nel dettaglio il funzionamento del famoso CRS nell'ambito AEOI.
        Per quanto mi riguarda mi ha aiutato molto a chiarire gli aspetti relativi alle dichiarazioni.

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        • #34
          Io direi prima di definire: chi ha l'obbligo di trasferire, e quali dati deve traferire. Esiste un tracciato standard e delle specifiche dicompilazione.
          Ricordo che molti paesi hanno sottoscritti accordi diversi, ossia hanno assunto obblighi più limitati.

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          • #35
            Originariamente Scritto da carl Visualizza Messaggio
            Io direi prima di definire: chi ha l'obbligo di trasferire, e quali dati deve traferire. Esiste un tracciato standard e delle specifiche dicompilazione.
            Ricordo che molti paesi hanno sottoscritti accordi diversi, ossia hanno assunto obblighi più limitati.
            Presumo ti riferisca agli IGA1 e 2 del FATCA.

            Per il CRS si fa riferimento a questo, indipendentemente da quello che scrivono su blog, siti internet o altro:

            ??????https://www.oecd.org/tax/exchange-of...ax-matters.pdf

            Cosa scambiano lo trovate da pagina 99.

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            • #36
              Originariamente Scritto da Andy Fratton Visualizza Messaggio

              Presumo ti riferisca agli IGA1 e 2 del FATCA.

              Per il CRS si fa riferimento a questo, indipendentemente da quello che scrivono su blog, siti internet o altro:

              ??????https://www.oecd.org/tax/exchange-of...ax-matters.pdf

              Cosa scambiano lo trovate da pagina 99.
              Ciao Andy
              scusa se rispondo così tardi. Ma mi era impossibile fisicamente scrivere.

              a suo tempo mi ero preso la briga di leggere tutti gli accordi sottoscritti dalle varie nazioni

              Avevo individuato come detti accordi fossero uniformi per i dati da trasmettere
              come tracciati (sono multi ) ma in certe nazioni l individuazione di chi (ente finanziario) era obbligato ad implementare i CRS era molto restrittiva, come qualche volta anche l’individuazione dei titolari. Lasciando spazi ampi su chi deve e su dichi si deve comunicare

              mi lasciavano alquanto “perplesso” gli accordi dell Indocina e nazioni simili ed altre centro americane.

              magari nel frattempo avranno
              modificato qualcosa,

              un saluto

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              • #37
                Chiariamo un piccolo punto: il fatto che esistano alcuni punti grigi e/o informazioni minime da comunicare, non significa che una banca non possa -legalmente- scegliere di essere full compliant.
                Parliamoci chiaro, tolte banche offshore vecchio stile (oramai direi che non ve ne sono più), create con il solo scopo di favorire evasione e riciclaggio (ed infatti sono saltate una dopo l'altra), oggi agli istituti non interessa minimamente imbarcare certa clientela.

                Le banche alle Cayman offrono privacy e sicurezza, entro i termini della legalità. Difatti oggi come oggi se vogliamo parlare di "protezione" le banche specializzate in wealth management offrono in primis servizio di consulenza sulla strutturazione.
                Il patrimonio viene gestito attraverso costosi trust, ed i beneficiari ricevono ( e sopratutto dichiarano al fisco di competenza) quanto ricevuto.
                Anzi, vi posso assicurare che le banche più prestigiose richiedono ai beneficiari copia della annuale dichiarazione dei redditi onde evitare spiacevoli sorprese.

                Un conto personale non ha nessun punto grigio, nessun margine di opinabilità su cosa trasmettere.
                Un conto aziendale di una società unipersonale domiciliata presso un service provider già può avere qualche linea grigia
                Un conto di un trust, domiciliato ed amministrato presso un trustee (realmente amministrato), con regolari elargizioni verso i beneficiari è sicuramente molto più riservato (e meno fiscalmente problematico).
                Un conto (master) di un trust (master) i cui beneficiari sono trust clienti, che a loro volta identificano i beneficiari finali sono lo strumento maggiormente utilizzato in questo ambito.

                E prima che mi si chieda "quanto costa", sappiate che una simile strutturazione:

                - A) prevede inequivocabilmente di trasferire il proprio patrimonio (cash) al "master" che avrà conto in una primaria banca di investimenti
                - B) il "master" gestirà il patrimonio attraverso la gestione patrimoniale della banca con il fine ultimo di farlo fruttare
                - C) il "master" distribuirà i proventi ai "client" sulla base del trust agreement. Quindi se nell'anno "x" si verifica una perdita, in quell'anno non distribuisce nulla.
                - D) Costa. Tutto. Dal trustee, al conto, alla gestione. Generalmente un fisso (elevato) + % sul rendimento annuale.
                - E) se il trustee riscontra irregolarità vi blocca tutto finchè non sanate la posizione bei beneficiari. Il suo compito è proteggere il trust "master" ed i beni in esso conferiti, non è un suo problema la vostra situazione nel vostro paese di residenza.

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