Oggi che sono un pò più tranquillo vedo un pò di chiarire i vari aspetti.
Partiamo da un paio di presupposti. L’Art. 53 della Costituzione ci dice che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche”, per “tutti” si includono tutti i residenti ed i non residenti per quanto riguardano i redditi generati in Italia.
Per la residenza come già scritto si deve far riferimento all’ art. 2 del TUIR; i non residenti con redditi prodotti in Italia potranno far valere l’eventuale DTA nel loro paese di residenza per scomputare quanto versato in Italia.
In Italia vige il principio dell’auto-dichiarazione, quindi sta al contribuente presentare la dichiarazione annuale; l’Amministrazione eventualmente procedere a verifiche in caso di dati discordanti od omessa dichiarazione.
Per presentare le dichiarazioni si usano il modello UNICO (p.iva) o 730 (PF), e tutti le devono presentare (anche a zero in mancanza di redditi); ovviamente i famigliari a carico la presentano per interposta persona di chi si fa carico di loro ( es: figli su dichiarazione genitori).
Da qualche anno l’Agenzia Entrate predispone i modelli pre-compilati, attingendo alle informazioni fiscali, bancarie e finanziarie disponibili. Il contribuente deve quindi solo verificare i dati, confermarla e trasmetterla.
Ora cerchiamo di mettere insieme i pezzi e vediamo cosa accade a seguito di trasferimento.
Il nostro contribuente è iscritto all’anagrafe della popolazione residente di Milano, vive a casa dei genitori e presenta 730 annuale (che trova già pre-compilato nel suo cassetto fiscale).
Prima dello scadere dei fatidici 182 giorni nel 2022 il contribuente decide di trasferirsi in Germania, ma lo fa senza comunicare nulla al suo comune né iscrivendosi AIRE una volta stabilitosi all'estero.
Mi pare più che ovvio che se il contribuente non comunica di aver lasciato l’Italia, l’Amministrazione fiscale non può averne notizia autonomamente (come potrebbe?) e perciò genererà la dichiarazione pre-compilata come normalmente accade.
Facendo una similitudine, se affittiamo un appartamento con il classico contratto residenziale, ma dopo 2 mesi ce ne andiamo senza comunicare nulla al proprietario, il contratto rimane in essere e noi dobbiamo continuare a pagare la mensilità.
E’ compito del contribuente comunicare ogni sua variazione all’Amministrazione, come è suo compito dare disdetta di un contratto di affitto, chiudere le utenze e quant’altro.
Nel caso dell’esempio il contribuente viveva con i genitori; val la pena ricordare che la tassa sui rifiuti urbani si paga in base al numero di componenti il nucleo famigliare, quindi non essendosi cancellato dall’anagrafe residente i genitori si trovano a pagare un importo maggiore del dovuto.
Il fatto di pagare è una ulteriore conferma della residenza anche per il figlio espatriato.
Ma arriviamo al 2023, anno in cui il contribuente dovrebbe presentare dichiarazione per il 2022, ma essendosi trasferito in Germania tira dritto per la sua strada e non presenta nulla.
Lasciando ora perdere chi deve imporre la tassazione, il nostro contribuente è tenuto a presentare la dichiarazione in Italia per tutti i motivi già visti. La mancata presentazione porta al reato di omessa dichiarazione (art.5 D.lgs 74/2000), ed all’automatico accertamento d’ufficio.
Tutto questo processo di ripeterà fintanto che il contribuente verrà cancellato dall’anagrafe della popolazione residente.
Voglio infine ricordare che nel caso di violazioni penali-tributarie si incorre nel c.d. procedimento “a doppio binario” in cui procedimento amministrativo e penale procedono indipendenti ( e possono avere esiti diversi ).
Se al contrario, il contribuente avesse provveduto diligentemente a cancellarsi dalla popolazione residente, iscrivendosi AIRE, nel 2023 si troverebbe comunque obbligato a presentazione dichiarazione in Italia per i redditi percepiti fino a trasferimento. Dal 2024, in assenza di redditi generati in Italia sarebbe definitivamente libero.
Fate attenzione quindi, perché in ambito tributario vanno valutate anche e sopratutto le questioni penali.
Partiamo da un paio di presupposti. L’Art. 53 della Costituzione ci dice che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche”, per “tutti” si includono tutti i residenti ed i non residenti per quanto riguardano i redditi generati in Italia.
Per la residenza come già scritto si deve far riferimento all’ art. 2 del TUIR; i non residenti con redditi prodotti in Italia potranno far valere l’eventuale DTA nel loro paese di residenza per scomputare quanto versato in Italia.
In Italia vige il principio dell’auto-dichiarazione, quindi sta al contribuente presentare la dichiarazione annuale; l’Amministrazione eventualmente procedere a verifiche in caso di dati discordanti od omessa dichiarazione.
Per presentare le dichiarazioni si usano il modello UNICO (p.iva) o 730 (PF), e tutti le devono presentare (anche a zero in mancanza di redditi); ovviamente i famigliari a carico la presentano per interposta persona di chi si fa carico di loro ( es: figli su dichiarazione genitori).
Da qualche anno l’Agenzia Entrate predispone i modelli pre-compilati, attingendo alle informazioni fiscali, bancarie e finanziarie disponibili. Il contribuente deve quindi solo verificare i dati, confermarla e trasmetterla.
Ora cerchiamo di mettere insieme i pezzi e vediamo cosa accade a seguito di trasferimento.
Il nostro contribuente è iscritto all’anagrafe della popolazione residente di Milano, vive a casa dei genitori e presenta 730 annuale (che trova già pre-compilato nel suo cassetto fiscale).
Prima dello scadere dei fatidici 182 giorni nel 2022 il contribuente decide di trasferirsi in Germania, ma lo fa senza comunicare nulla al suo comune né iscrivendosi AIRE una volta stabilitosi all'estero.
Mi pare più che ovvio che se il contribuente non comunica di aver lasciato l’Italia, l’Amministrazione fiscale non può averne notizia autonomamente (come potrebbe?) e perciò genererà la dichiarazione pre-compilata come normalmente accade.
Facendo una similitudine, se affittiamo un appartamento con il classico contratto residenziale, ma dopo 2 mesi ce ne andiamo senza comunicare nulla al proprietario, il contratto rimane in essere e noi dobbiamo continuare a pagare la mensilità.
E’ compito del contribuente comunicare ogni sua variazione all’Amministrazione, come è suo compito dare disdetta di un contratto di affitto, chiudere le utenze e quant’altro.
Nel caso dell’esempio il contribuente viveva con i genitori; val la pena ricordare che la tassa sui rifiuti urbani si paga in base al numero di componenti il nucleo famigliare, quindi non essendosi cancellato dall’anagrafe residente i genitori si trovano a pagare un importo maggiore del dovuto.
Il fatto di pagare è una ulteriore conferma della residenza anche per il figlio espatriato.
Ma arriviamo al 2023, anno in cui il contribuente dovrebbe presentare dichiarazione per il 2022, ma essendosi trasferito in Germania tira dritto per la sua strada e non presenta nulla.
Lasciando ora perdere chi deve imporre la tassazione, il nostro contribuente è tenuto a presentare la dichiarazione in Italia per tutti i motivi già visti. La mancata presentazione porta al reato di omessa dichiarazione (art.5 D.lgs 74/2000), ed all’automatico accertamento d’ufficio.
Tutto questo processo di ripeterà fintanto che il contribuente verrà cancellato dall’anagrafe della popolazione residente.
Voglio infine ricordare che nel caso di violazioni penali-tributarie si incorre nel c.d. procedimento “a doppio binario” in cui procedimento amministrativo e penale procedono indipendenti ( e possono avere esiti diversi ).
Se al contrario, il contribuente avesse provveduto diligentemente a cancellarsi dalla popolazione residente, iscrivendosi AIRE, nel 2023 si troverebbe comunque obbligato a presentazione dichiarazione in Italia per i redditi percepiti fino a trasferimento. Dal 2024, in assenza di redditi generati in Italia sarebbe definitivamente libero.
Fate attenzione quindi, perché in ambito tributario vanno valutate anche e sopratutto le questioni penali.
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