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ed ora cari miei facciamo un po di politica VOTA SI O VOTA NO

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  • Originariamente Scritto da anacleto Visualizza Messaggio
    Chiaro, come dice bene l'articolo deve aumentare la unione politica... e questa è nella Roar map dell'unione... aspettiamo fiduciosi... :-))))
    Penso (e spero) non avvenga mai. Paesi troppo diversi ed economie troppo diverse. Oltre ad essere alto tradimento per la maggior parte delle costituzioni dei singoli Stati.

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    • Mah, persi per strada gli inglesi che erano i più recalcitranti e ostacolavano con qualsiasi mezzo ogni ulteriore integrazione ora la cosa sarà un po' più facile... :-)))))

      https://www.godominicanrepublic.com/it_IT/
      https://www.livio.com

      P.S. a chi mi scrive in PVT: la mia attività si svolge solo in RD, concediamo finanziamenti/prestiti esclusivamente ai residesidenti o a chi possiede garanzie sull'isola… :-)))

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      • Originariamente Scritto da anacleto Visualizza Messaggio
        Mah, persi per strada gli inglesi che erano i più recalcitranti e ostacolavano con qualsiasi mezzo ogni ulteriore integrazione ora la cosa sarà un po' più facile... :-)))))
        La Germania dovrebbe accettare di condividere il debito, di avere una banca prestatrice illimitata e con la piena occupazione nello statuto. Spero non accettino.

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          • Ma lo fa apposta per non farsi ascoltare di registrare così?

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            • Se lo Stato batte moneta, il Mercato finanziario va a farsi fottere

              DI FABIO CONDITI

              comedonchisciotte.org


              La moneta, le banche e la finanza sono il “triangolo delle Bermuda” della nostra società, quando si entra in quell’area maledetta, falliscono gli Stati, scompaiono le aziende e muoiono i cittadini, spesso senza capire neanche perchè. Uno dei grandi misteri della nostra società.


              Ma rimaniamo sulla frase del titolo, perchè in fondo, se ci pensiamo bene, la questione economica si riduce a due sole strade possibili :

              Sistema con Moneta a debito.
              Lo Stato seguita a emettere Titoli di Stato per finanziarsi, che vengono comprati dal Mercato Finanziario con il denaro creato dal nulla dal sistema bancario con i prestiti, ma questo genera automaticamente un debito pubblico e privato che cresce in modo esponenziale e comporta il pagamento continuo di interessi, in pratica seguitiamo a percorrere una strada che va dritta verso il precipizio;

              Sistema con Moneta Positiva.
              Lo Stato comincia ad emettere moneta per finanziarsi, senza bisogno di indebitarsi e senza pagare interessi, tanto l’effetto macroeconomico è lo stesso, ma in questo modo il Mercato Finanziario va a farsi fottere, come sostiene ********, e noi invertiamo la rotta ed evitiamo di cadere nel burrone del debito e degli interessi che crescono in modo esponenziale.


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              • Tra il 2007 e il 2015 i paesi europei che non hanno sposato l’Euro hanno riportato una crescita del Pil pari all’8,1%, mentre la crescita media nell’Eurozona (compresa la “virtuosa” Germania) è stata dello 0,6%. Nello stesso periodo la produttività degli Usa è aumentata del 7,9%, quella della “locomotiva” tedesca è diminuita dello 0,7%.

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                • L’Italia – secondo Attali – era messa particolarmente male a causa dell’enorme debito pubblico, con inevitabili crisi prospettiche; nonostante questo lo stesso autore ammette che l’uscita dall’euro sarebbe stata utile all’Italia ma questo avrebbe disintegrato l’EU e quindi gli interessi di Francia e Germania soprattutto a causa delle conseguenze del subprime, positivissime per Roma in rapporto alle altre capitali ex-coloniali europee (le cui banche erano tecnicamente fallite* ed infatti vennero salvate in larga parte dallo Stato).


                  Il punto 4, l’ultimo, lo spiegherò di seguito. Prima una contestualizzazione importante, taciuta (ad arte) da Attali che – non dimentichiamolo mai – resta profondamente francese: nel 2009 l’Italia presentava il sistema bancario più sano dell’Occidente grazie ad una relativa arretratezza che aveva evitato agli istituti nazionali – a pena di rendimenti passati più bassi delle controparti estere – di prendere rischi che non si comprendevano. Ad esempio i debiti subprime nei portafogli delle banche italiane erano relativamente ridotti, idem i crediti concessi alla Grecia. E senza dimenticare che gli immobili in Italia salirono sì ad inizio millennio ma non raggiunsero mai i livelli folli di Irlanda, Spagna e fin anche Olanda. Ossia i debiti inesigibili italiani, a fronte di una economia che tutto sommato teneva, erano perfettamente sotto controllo. L’unica banca italiana che soffriva era Unicredit a causa delle sue partecipate tedesche ed austriache. Ma tale istituto venne di fatto salvato da Gheddafi, sempre vicino all’Italia nel momento del bisogno (sua madre era italiana). Molto probabilmente tale intervento a salvataggio di Unicredit rappresentò il giusto motivo per toglierlo di mezzo.


                  Da qui la decisione dei grandi Europei di imputare colpe tutto sommato inesistenti all’Italia con il fine di impossessarsi dei suoi attivi, per salvarsi loro stessi. Forse ora si capisce la reiterata richiesta a Berlusconi di fare arrivare la Troika in Italia. Il Cavaliere giustamente rifiutò e sappiamo come è andata a finire. Poi l’austerità imposta dall’EU franco-tedesca via Mario Monti e continuata con Letta e Renzi (tutti e tre cooptati dall’EU francotedesca, il primo al limite del criminale per le conseguenze dei suoi provvedimenti) ha fatto il resto, indebolendo le imprese nazionali e quindi creando i famosi crediti inesigibili, NPL che vediamo oggi su tutti i giornali [dopo 6 anni di recessione imposta dall’austerità è un miiracolo non essere ancora falliti].


                  Ho riletto recentemente un libro importantissimo, il saggio “Come finirà ” di Jacques Attali: ebreo, estremamente influente, consigliere di svariati

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                  • Gomblotto, anzi GOMBLOTTONE contro l'Itaglia... :-)))))))

                    https://www.godominicanrepublic.com/it_IT/
                    https://www.livio.com

                    P.S. a chi mi scrive in PVT: la mia attività si svolge solo in RD, concediamo finanziamenti/prestiti esclusivamente ai residesidenti o a chi possiede garanzie sull'isola… :-)))

                    .

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                    • Financial Times...

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                        non scrivetemi perche no me ne frega niente.

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                        • PRIVATIZZAZIONI, NAZIONALIZZAZIONI E UNA 'CONSIDERAZIONE INATTUALE'

                          Alcuni amici mi hanno urbanamente rimproverato di aver preso posizione a favore della rinazionalizzazione di molte industrie italiane, senza ricordare come si sia pervenuti al grande piano di privatizzazioni degli anni '90.

                          Essi dicono che si è pervenuti alle privatizzazioni perché si trattava in gran parte di enti pubblici in perdita, e perché, come dimostrato dalla stagione di Tangentopoli, la classe dirigente pubblica si era dimostrata inaffidabile e predatoria. Per quanto molto ci sarebbe da dire su cosa significhi 'essere in perdita' per un'azienda di Stato, diamo forfettariamente per buoni questi argomenti.

                          Queste privatizzazioni, ricordiamolo, hanno coinvolto una parte vastissima dell'economia italiana.
                          Sono state trasformate da aziende di Stato a Società per Azioni: IRI (tra cui Credito Italiano), ENI (tra cui Nuovo Pignone, Agip e Snam), INA, ENEL, Ferrovie dello Stato, l'Azienda autonoma dei monopoli di Stato, la STET (Telecom), l'ANAS, ecc.

                          Tra gli enti culturali sono diventati fondazioni private tutti i teatri italiani, La Biennale di Venezia, e una miriade di centri culturali, spesso di grande tradizione: la Giunta centrale per gli studi storici, le Deputazioni e società di storia patria, l'Istituto italiano di numismatica, l'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, l'Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, l'Istituto italiano per la storia antica, l'Istituto per la storia del Risorgimento italiano, l'Ente per le ville vesuviane, la Fondazione "Il Vittoriale degli Italiani", l'Ente "Casa di Oriani", il Centro nazionale di studi leopardiani, l'Istituto di studi filosofici "Enrico Castelli", l'Istituto italiano per la storia della musica, l'Istituto italiano di studi germanici, l'Istituto nazionale di studi verdiani, il Centro nazionale di studi manzoniani, l'Ente "Casa Buonarroti", l'Ente "Domus Galileana", l'Istituto "Domus mazziniana", il Centro nazionale di studi alfieriani, l'Istituto nazionale di studi sul Rinascimento, l'Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, l'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte, il Centro internazionale di studi di architettura "Andrea Palladio", l'Istituto internazionale di studi giuridici, il Centro italiano di studi sull'alto medioevo, l'Erbario tropicale di Firenze, l'Ente nazionale della cinofilia italiana, ecc.

                          Ora, come sancito dalla Corte dei Conti il 10 febbraio 2010 le privatizzazioni sono state 'censurabili' da innumerevoli punti di vista, o, per dirla in linguaggio meno compassato, sono state un flop sia dal punto di vista delle entrate, che non hanno alleviato significativamente il debito pubblico, sia sul piano del recupero dell'efficienza, che dove è avvenuta è avvenuta a scapito degli utenti, con aggravi delle tariffe di energia, autostrade, banche, ecc. ben al di sopra dei livelli di altri paesi europei.

                          Ebbene, se c'è una lezione, una lezione DURISSIMA, che dobbiamo trarre dalla storia delle privatizzazioni italiane è la seguente.

                          Non esistono 'scorciatoie verso la virtù'.

                          Pensare di rendere uno Stato efficiente ed onesto con la dismissione a privati di aziende pubbliche è una sciocchezza senza speranza, perché uno Stato inefficiente e corrotto, nella misura in cui sia tale, non sarà in grado di svolgere l'indispensabile lavoro di monitoraggio dei privati (come abbiamo visto plasticamente nel caso di Autostrade).

                          Parimenti, pensare di rendere efficiente uno Stato claudicante ponendolo sotto il vincolo esterno dei 'mercati' o di un organismo sovranazionale come la UE è ancora più sconsolatamente stupido: una classe dirigente pubblica inadeguata renderà semplicemente il paese vittima delle capacità predatorie di classi dirigenti estere più efficienti e spregiudicate.

                          Non esistono scorciatoie verso la virtù: la 'salvezza' non può venire mai né dal 'privato', né dal 'sovranazionale'.

                          Uno Stato si salva solo se e quando le sue classi dirigenti, e i suoi cittadini tutti, leggono il proprio contributo di Fatica quotidiana (labor) alla luce di qualcosa di così desueto e imbarazzantemente retorico, come l'Amor di Patria e il Senso dello Stato.

                          Se questo non c'è, se non sei capace di percepire e concepire un 'noi' da salvare e verso cui avere dei doveri, allora tanto vale che tu lo sappia: non ti salverà proprio nessuno.
                          di Andrea Zhok

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                          • Ripensamenti in vista delle Europee 2019.

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                            • ed ora cari miei facciamo un po di politica VOTA SI O VOTA NO

                              Last edited by matmat; 22/09/2018, 01:38.

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                              • ho sentito dire che non trovano i soldi per fare la flat tax e reddito di cittadinanza.

                                pero vogliono fare la legge per mettere dentro gli evasori.

                                qualcuno puo spiegargli che in carcere non puo andare dentro mezza italia??
                                non scrivetemi perche no me ne frega niente.

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